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Naspi 2021: la disoccupazione per le badanti, qualche informazione

Introduzione

NASPI colf badanti 2021: La normativa Naspi colf, badanti, baby sitter e in generale per i lavoratori domestici, è stata di recente modificata dall’INSP con la circolare del 27 novembre di due anni fa. Con tale circolare, infatti, l’Istituto ha provveduto a ridefinire per questa categoria, inizialmente molto penalizzata, i criteri e i requisiti di accesso alla nuova disoccupazione, introdotta dal Jobs Act il primo maggio scorso.

Vediamo quindi in cosa è cambiata la normativa circa la nuova indennità di disoccupazione Inps, come fare domanda NASPI colf e badanti 2020, il calcolo dei contributi versati prima del licenziamento validi ai fini del riconoscimento del diritto e della durata dell’indennità. Vi ricordiamo che la Naspi colf e badanti è compatibile con il reddito di cittadinanza.

Naspi colf e badanti requisiti 2021:

  1. Licenziamento involontario;
  2. Contribuzione versata: almeno 13 settimane di contributi versati negli ultimi 4 anni;
  3. Aver lavorato almeno 30 giorni dei 12 mesi precedenti all’evento di disoccupazione, e quindi alla perdita del lavoro.

Da questa prima interpretazione, la situazione per i lavoratori domestici risultava già molto complicata in quanto per questa categoria, è molto difficile calcolare le giornate effettive di lavoro dal momento che i datori di lavoro, ossia, le famiglie, comunicano all’INPS solo le ore lavorate durante la settimane e non i giorni, per cui due giorni di lavoro da 4 ore ciascuno equivalgono ad 1 giornata di lavoro da 8 ore.
A rimettere un po’ di ordine ci ha pensato sempre l’INPS con una circolare di fine luglio, prevedendo che per i soli lavoratori domestici, il requisito NASPI sia legato non ai giorni ma alle ore lavorate.
Pertanto la riformulazione del requisito n° 3, diventa nello specifico: “Aver lavorato per almeno 5 settimane negli ultimi 12 mesi prima del licenziamento, con un minimo di ore lavorate per ciascuna settimana pari a 24 ore“.

Famigliarizzazione Badante

Nonostante gli sforzi però, anche questa nuova reinterpretazione della NASPI lavoratori domestici tagliava in automatico dalla nuova indennità di disoccupazione circa  un terzo di colf, badanti, baby sitter, maggiordomi, camerieri proprio perché almeno 300 mila lavoratori lavorano meno di 24 ore a settimane, generando di conseguenza una sostanziale ed ingiusta discriminazione nei confronti dei lavoratori part time.

Una parziale risoluzione al problema, è arrivata finalmente con l’ultima circolare INPS del 27 novembre scorso, con la quale l’Istituto chiarisce che il terzo requisito NASPI colf badanti, ossia, quello dei famosi 30 giorni lavorati negli ultimi 12 mesi, può ritenersi soddisfatto se risultano almeno 5 settimane di contributi versati, per cui non si devono più calcolare le ore ma le settimane lavorate sia in part time che full time.

Per cui i requisiti NASPI 2021 colf, badanti e baby sitter sono:

  • Essere stati licenziati;
  • Aver versato almeno 13 settimane di contributi INPS negli ultimi 4 anni;
  • Aver lavorato almeno 5 settimane negli ultimi 12 mesi, per cui se ad esempio la colf lavora 80 ore nell’arco di 3 mesi e 24 ore sono le ore necessarie di lavoro per comporre 1 settimana di contribuzione, si divide 80 per 24 = 3,33 settimane di contributi che si arrotondano a 4. 4 sono quindi le settimane di contributi versati dalla colf nel trimestre. Di conseguenza, ai fini NASPI, occorre che vi siano almeno 5 settimane di contributi versati negli ultimi 12 mesi prima del licenziamento, per cui alla colf dell’esempio manca ancora 1 settimana per soddisfare il requisito delle 30 giornate di lavoro effettivo.

Come si calcola l’importo NASPI colf badanti e baby sitter? La misura dell’indennità di disoccupazione lavoratori domestici, ossia, l’importo mensile NASPI che spetta a colf, badanti e baby sitter, si calcola sulla base non della retribuzione mensile bensì sui contributi versati prima dell’evento di disoccupazione, che solitamente, risulta più bassa rispetto alla retribuzione totale percepita. Ai fini NASPI, pertanto, occorre tenere conto della retribuzione convenzionale lavoratori domestici, dal momento però che i nuovi importi 2020 devono ancora essere aggiornati, utilizzeremo quella del precedente anno, come evidenziato nella tabella sottostante.

Esempio durata e importo NASPI badante: se una badante per esempio lavora 30 ore settimanali per 12 mesi, corrispondono a 52 settimane di contribuzione versata. Se la sua retribuzione convenzionale è di 5,07 euro, 4,3334 sono le settimane medie in un mese e 30 le ore settimanali lavorate, alla badante spetta la seguente retribuzione: 5,07 x 30 x 4,334 = 659,11 euro. Se la stessa badante perde il lavoro, le spetterà quindi un’indennità Naspi pari alla metà del n° di settimane contributive versate, ossia, 26 settimane, pari a 6 mesi e pagata al 75% della retribuzione, importo che si riduce dal 2016, del 3% al mese a partire dal 91° giorno in poi.

badante a nero

Come e dove si presenta la domanda NASPI 2020 colf e badanti?

Il lavoratore collaboratore domestico, per fare domanda di disoccupazione Naspi deve presentare apposita domanda per via telematica all’INPS entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro utilizzando uno dei seguenti canali:

  • direttamente all’INPS se possiede Spid o il PIN INPS dispositivo, ovvero, le credenziali di accesso ai servizi telematici dell’Istituto:
  • rivolgendosi a CAF e Patronati che gratuitamente trasmetteranno la domanda per via telematica;
  • telefonando al contact Center INPS numero verde 803 164 se si chiama dal fisso o num. 06 164 164 se da cellulare.

Si ricorda che l’indennità Naspi INPS, è erogata a condizione che non ricada uno dei casi di sospensione o revoca dello stato di disoccupazione.

Il nuovo importo Naspi 2021 deve ancora essere ufficializzato. Nel 2020 è stato pari a 1.227,55 euro mentre l’importo massimo mensile di detta indennità, per la quale non opera la riduzione di cui all’articolo 26 della legge n. 41 del 1986, non può in ogni caso superare, per il 2020 è 1.335,40 euro.

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