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Bisogna dare obbligatoriamente la residenza alla badante?

La prima preoccupazione di una famiglia quando deve affidarsi ad una badante convivente è la questione “residenza”;

“Devo dare la residenza alla badante?” E’ una delle domande che ci viene fatta più spesso, cerchiamo di chiarire cosa dice la legge italiana. Quando si pensa alle badanti conviventi si ritiene che vada sempre data la residenza alla badante.

L’assistito non ha sempre l’obbligo di dare la residenza alla badante convivente; sussiste l’obbligo solo se la badante lo richiede e non abbia un’altra residenza nel territorio italiano.

Pur rimanendo funzionale la residenza al fine di svolgere il proprio lavoro, la badante può non essere inserita come residente se ha un’altra residenza in Italia. In questo caso si può domiciliare la badante presso la residenza dell’assistito. Il contratto infatti non prevede che sussista la stessa residenza per poter essere stipulato.

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Viene comunicato al comune di domicilio lavorativo la presenza della badante nel territorio con un apposito modulo, che va a decadere nel momento in cui la badante di notte viene licenziata o si dimette.

Va ricordato che la residenza senza vincolo di parentela non fa entrare la badante nello stato famiglia e non gli garantisce l’obbligo di residenza contro la volontà della famiglia. E’ tuttavia necessaria la residenza ad esempio per poter avere il medico di base, o, per poter essere in regola in caso di eventuali restrizioni dovute alle limitazioni legate alla pandemia.

Concedere la residenza alla badante: i vantaggi

Concedere la residenza alla badante convivente può recare vantaggi sia alla lavoratrice sia al datore.

La badante convivente grazie alla residenza presso il datore o l’assistito può utilizzare dei servizi sul territorio come per esempio richiedere il medico di zona.  Per il datore significa garantirsi la presenza in casa e minor tempo perso per la richiesta di visite, documenti, etc.

La badante convivente, se diurna, presta il servizio più lungo in termine di ore di qualsiasi altra soluzione, significa che garantisce la sua presenza 10 ore al giorno per 5 gg più 4 ore il sabato e vive con l’assistito. Inoltre, poiché la famiglia ospitante fornisce alla badante vitto e alloggio in natura, la retribuzione media se splittata su base oraria è inferiore rispetto alla lavoratrice non convivente che deve pagarsi l’affitto e la spesa.

La residenza badante convivente può anche essere un’opzione attraente per le badanti che cercano un unico posto di lavoro per un periodo di tempo più lungo in un ambiente accogliente e familiare. Questo tipo di arrangiamento può offrire maggiore stabilità e sicurezza rispetto ad altre opzioni di lavoro.

Nella generalità dei casi, la badante può essere inquadrata come lavoratrice domestica convivente, per la precisione assistente domiciliare convivente, anche se non stabilisce la residenza dal datore di lavoro. Tuttavia, vi sono delle situazioni, che riguardano l’assunzione di una badante straniera, in rapporto ai quali sorge un vero e proprio obbligo, per il datore di lavoro, di riconoscere la residenza presso la propria abitazione, ai fini dell’iscrizione Inps del rapporto di lavoro domestico.

Queste ipotesi si verificano quando la badante non ha altra residenza in Italia, oppure quando la residenza figura presso il datore di lavoro precedente, col quale il rapporto lavorativo è cessato.

Sia che la badante appartenga a un Paese della comunità europea, sia che risulti cittadina di uno Stato extraeuropeo, per poter essere assunta deve:

  • avere comunque un domicilio in Italia, chiedere la residenza e iscriversi all’anagrafe della popolazione residente entro 3 mesi dall’ingresso, se cittadina comunitaria;
  • se cittadina extracomunitaria, avere comunque un domicilio in Italia, dopo aver chiesto il nulla osta allo sportello unico per l’immigrazione, che ha una validità di circa 3 mesi; entro la scadenza deve chiedere la residenza e iscriversi all’anagrafe.

Ma dobbiamo ricordare che la maggior parte delle badanti hanno tutte una loro residenza, una casa, quindi non hanno la necessità di richiedere la residenza presso l’abitazione dell’anziano. E tutto può essere gestito con la gentilezza e non con la superbia.

Articolo aggiornato al 19/04/2024