Regolarizzare Badante

Regolarizzazione Badante: quando NON serve il requisito di reddito

Uno dei paletti fissi, quando si parla di regolarizzazione delle badanti, è sicuramente quello del requisito di reddito; infatti, oltre una certa soglia scattano diversi trattamenti, nonostante le spese e le adempienze siano state uguali a quelle degli altri.

A seguito di questa differenza, molte volte, quando si pensa a questa evenienza, si è già sicuri di non rientrare, e quindi non ci si bada più.
Ma noi di AES DOMICILIO – attraverso diverse fonti reperite sul web – abbiamo cercato di mettere in evidenza, quando tale “requisito di reddito” non serva.

Regolarizzare la Badante o la Colf

La campagna di regolarizzazione colf e badanti in nero terminerà il 15 luglio 2020, salvo proroghe.

Per i cittadini comunitari basterà presentare domanda all’Inps, per gli extracomunitari bisognerà rivolgersi all’ufficio immigrazione.

Per fare la sanatoria bisognerà adempiere ad alcuni obblighi, fra i quali vi è anche quello che il datore di lavoro deve dimostrare di possedere un reddito di 20-27 mila euro annuo.

Requisito che, però, è venuto a decadere se la persona da assistere non è autosufficiente o sia persona disabile con handicap grave secondo quotato previsto dalla legge 104/92. Il ministero dell’Interno ha infatti precisato che per regolarizzare le badanti non occorre il requisito di reddito, ma soltanto un certificato medico che attesti la limitata autosufficienza dovuta a patologie o handicap (data ed estremi del certificato vanno inseriti nella domanda). Tale requisito deve però essere dimostrato se il datore di lavoro è persona diversa dalla persona da assistere, come ad esempio il figlio che presenta domanda di regolarizzazione della badante convivente che assiste i genitori. Ma ciò vale anche per altri familiari di secondo e terzo grado.La domanda per la sanatoria per gli stranieri comunitari – spiega l’Inps – dovrà essere presentata esclusivamente in maniera telematica entro il 15 luglio 2020.

Le modalità di regolarizzazione riguardano i soli datori di lavoro italiani ovvero cittadini italiani o di Stati membri della Ue in possesso di permesso di soggiorno e che devono regolarizzare un rapporto di lavoro dipendente irregolare che sia stato instaurato prima del 19 maggio, data di entrata in vigore del decreto Rilancio, e risultino ancora in essere alla data di presentazione della domanda di emersione. La sanatoria del lavoro degli extracomunitari è possibile soltanto per gli stranieri presenti in Italia prima dell’8 marzo 2020. Con la dichiarazione di emersione il datore di lavoro si impegna a versare un contributo di 500 euro per ciascun lavoratore.

Oltre a ciò bisognerà versare una somma forfettaria che verrà fissata per decreto per le somme spettanti a titolo retributivo, contributivo e fiscale, insieme a una marca da bollo da 16 euro. La domanda per la sanatoria dovrà contenere una dichiarazione, pena annullabilità, dei requisiti di cui sopra e la dichiarazione di aver versato le somme indicate.

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