La Nuova Vita dell’Anziano nel 2023
L’anziano è colui che ha vissuto, può raccontare, può narrare mondi e vite lontane agli occhi di un bimbo, dal brano di Guccini “Il vecchio e il bambino” (Guccini, 1972).
Un anziano porta un bambino su di una collina e fa vedere al piccolo il paesaggio all’orizzonte.
Per millenni, nelle società preindustriali, l’anziano ha rappresentato il pilastro portante della società basata sulla famiglia.
Il più anziano era anche il più saggio, il più rispettato, colui che dettava la linea a tutti i membri familiari, e che nessuno si permetteva di contraddire.
Ecco come fare per permettere l’inclusione dell’anziano nella società: ascoltare i racconti di chi ha vissuto più a lungo di noi è uno splendido “do ut des” in cui la persona anziana ha l’occasione di riscoprire il proprio valore e di sentirsi utile tramite la propria esperienza di vita e chi ascolta ha l’occasione di apprendere qualcosa direttamente da chi l’ha vissuto in prima persona; è un ricordare emozionandosi ed emozionando.
L’invecchiamento comporta inevitabili cambiamenti impossibili da arrestare ma che possiamo gestire in modi diversi.
Esistono processi di decadimento fisico e mentale che impongono a molti anziani un controllo ridotto delle proprie facoltà e una progressiva limitazione della propria autonomia.
Devono necessariamente dipendere da altri, prima nelle piccole poi nelle grandi cose.
È una condizione che se non gestita correttamente, genera forme di rallentamento del ritmo di vita e spesso il subentrare di cattive abitudini comportamentali.
Per questo inizia a subentrare la figura della badante sulla quale grava il peso dell’intero processo assistenziale.
La famiglia rimane comunque il luogo per eccellenza in cui l’anziano vive: non si tratta di un luogo fisico è bensì l’insieme di relazioni che costruisce la famiglia, sia che l’anziano abiti o meno con coloro ai quali è legato da vincoli di sangue.
Il problema non è quindi la convivenza poiché, sia i genitori anziani che i figli desiderano sempre più vivere separati, indipendenti; la questione risiede piuttosto nel tipo, nella frequenza e nel calore dei rapporti dell’anziano con la famiglia e nel riconoscere ciò che essi rappresentano.
Il ruolo dell’anziano all’interno della famiglia contemporanea è quello di nonno e questo comporta l’instaurazione di nuovi rapporti con i propri nipoti e i propri figli, ormai divenuti adulti.
La relazione nonno/a-nipote ha la funzione di rendere attuale una testimonianza del passato, che dà significato al presente.
La società deve rendersi conto che il soggetto anziano è un patrimonio vivente di esperienze vissute e provate, di saggezza trasmissibile, di valori e come tale deve essere portato a comprendere il presente, educato ad “accettare” la propria condizione e ad accettarsi in essa, a fare buon uso della sua “età”.
La vecchiaia deve essere sinonimo di serenità e coscienza di sé, accettazione di sé per quello che attiene alle relazioni sociali, alle prestazioni fisiche e mentali, al proprio stato di anzianità.
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