Lo sportello di AES Aescolta – Settembre
Utente: Ciao AES, devo farti una domanda ma non so fino a che punto tu possa rispondermi! Ho fatto un gioco con mio nonno che so che è malato di Alzheimer, e gli ho fatto vedere la mia faccia invecchiata con FaceApp. Si è messo a piangere ed a urlare come un matto. E mi sono sentita troppo in colpa per questo. Io volevo fare solo uno scherzo. Non so se ho causato un danno. Ciao!
AES: Caro/a Utente, non so come poterti aiutare, dovresti consultare un neurologo, o comunque il medico che segue tuo nonno. Certamente questo è un fenomeno social che ha interessato le nostre rubriche e ne abbiamo parlato. E ne abbiamo detto che Face App è l’estremo tentativo di vedere la nostra faccia morta – questo è un dilemma antichissimo: da Dorian Grey a Blanchot, la faccia morta è il finalmente uscire dal mondo, senza rinunciarci.
Quindi, stiamo attenti con Face App, perché la nostra faccia vecchia è quella più vicina che avremo quando moriremo.
“Le app e i social hanno esasperato il nostro narcisismo. Vedersi da vecchi è una curiosità legittima, il narcisismo è un’inclinazione naturale. Ma lo è anche la nausea, e prima o poi ci si stancherà di tutto questo”. Dice Crepet.
E’ importante considerare che il nostro narcisismo è aumentato esponenzialmente con questi strumenti. Il narcisismo è una tendenza naturale, e potenzialmente le sue mire sono illimitate. Per soddisfarlo si cerca di ‘inventare’ sempre qualcosa di nuovo.
Utente: Salve a tutti ho un problema serio di fronte a me: la badante di mio padre l’altra sera ha accennato una cosa che non mi è piaciuta proprio. Ha detto che mio padre le avrebbe fatto delle avances oscene. Non so cosa fare: se licenziare la badante oppure parlare con mio padre… Aiutami AES!
AES: Caro Utente, innanzitutto grazie per esserti rivolto a noi per una questione così delicata. Prima di tutto ti consigliamo di contattare l’agenzia badanti che ti ha fornito questa badante per sapere come muoverti; in caso contrario posso reindirizzarti ad un recente caso di cronaca. Offrire danaro, minacciare il licenziamento o altra sanzione disciplinare oppure rimarcare il proprio ruolo di padrone, a fronte della richiesta di prestazioni “particolari” della propria badante, per la Cassazione è condotta deprecabile, grottesca e sbagliata, ma non può essere considerata un tentativo di violenza a sfondo erotico. Questo ciò che hanno deciso i giudici della Suprema Corte di Cassazione con una recente sentenza di cui parla ampiamente il quotidiano il Sole 24 Ore. La Cassazione ha rigettato un ricorso di una badante rumena che ha dichiarato di aver subito le avances del genero della donna cui prestava assistenza. La donna rumena di 40 anni avrebbe per diverso tempo subito le attenzioni particolari di un signore di 77 anni circa. Per i giudici non ci sono gli estremi per fare rientrare nel campo di applicazione del Codice Penale la condotta dell’uomo.
La sentenza ha fatto storcere il naso a più di qualcuno, con il sindacato Acli Colf che ha prodotto uno studio in cui si mostrano alcune problematiche di un certo tipo per le badanti e per i lavoratori domestici in genere. Purtroppo, secondo lo studio è evidente che fare emergere queste situazioni, in un mondo ben diverso da Hollywood, è difficile. Su più di 800 lavoratrici del settore intervistate nello studio Acli, oltre il 14% ha dichiarato di essere stata oggetto di molestie, poco più del 10% ha dichiarato di aver subito insulti di vario genere, il 5% ha ricevuto contro il lancio di oggetti contundenti e più del 2% è stata picchiata.
Utente: Ciao AES: voglio licenziare la mia badante, come faccio?
AES: Caro/a Utente, questa sua domanda mi sembra posta troppo a bruciapelo e non posso che rispondere dando delle informazioni generali.
Si parla, infatti, di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo, uniche due fattispecie possibili per cessare questa tipologia di rapporto di lavoro.
Si parla di giusta causa quando il lavoratore si macchia di gravi comportamenti che rendono impossibile il proseguimento del contratto. Per esempio, in caso di furti, violenze o minacce, il dipendente può essere licenziato in tronco senza obbligo di preavviso.
Diverso è il caso del giustificato motivo, soggettivo o oggettivo. Il primo si configura come un’inadempienza degli obblighi contrattuali meno grave rispetto alla giusta causa, che dunque non può portare al licenziamento immediato (per esempio uno scarso rendimento lavorativo); il giustificato motivo oggettivo, invece, ha a che fare con una necessità del datore di lavoro che, per esempio, può trovarsi di fronte a difficoltà economiche tali da dover interrompere il rapporto lavorativo per tagliare le spese. Tali fattispecie sono uguali a prescindere dalla nazionalità del dipendente.
I termini per il preavviso di licenziamento della badante variano in base all’anzianità di servizio e alle ore settimanali svolte. In particolare, si distinguono gli orari di lavoro in due fasce: quelli di massimo 25 ore settimanali e quelli che superano le 25 ore settimanali. Nel primo caso, se il lavoratore ha un’anzianità di servizio inferiore a 5 anni, il preavviso sarà di 8 giorni, mentre per più di 5 anni di anzianità il preavviso sarà di 15 giorni. Per i lavoratori che svolgono più di 25 ore settimanali, i termini saranno invece rispettivamente di 15 e 30 giorni, a seconda che l’anzianità di servizio sia inferiore o superiore ai 5 anni. I termini vengono raddoppiati qualora la notifica del licenziamento venga presentato prima del 31° giorno successivo al termine del congedo di maternità.
Utente: Caro AES, la badante di mio padre è andata in ferie e non risponde più al cellulare da più di una settimana. Il suo periodo di ferie scadrà tra 6 giorni, ma ho paura che ci abbia “abbandonati”. Cosa posso fare?
AES: Gentile Utente, innanzitutto attenda il periodo di fine ferie. Sebbene il cellulare e la reperibilità della badante dovrebbe esserci sempre. Poi la invitiamo a rivolgersi all’agenzia che ha fornito alla sua famiglia questa badante, in modo tale che se ha un altro numero di telefono possa contattarla. Certamente posso dirle che le statistiche riportano che la maggior parte degli “abbandoni” del luogo di lavoro avvengono durante queste vacanze, forse poiché trattenute dai propri cari nei propri paesi, forse perché risultano avere nuovi agganci lavorativi tramite amicizie che riaffiorano grazie agli incontri che il periodo natalizio favorisce, forse perché risulta essere l’occasione giusta per “mollare” in quanto a Dicembre viene ricevuta la tredicesima, e tutti gli annessi e connessi. Si deve però affrontare questo fenomeno con estrema professionalità e sicurezza. Certo affrontare problemi del tipo di abbandono del luogo di lavoro, e trovarsi in casa senza una badante, dopo molto tempo, ed a ridosso della fine delle vacanze natalizie, quando tutti i parenti si ritirano nelle proprie vite, riassumendo i propri ritmi lavorativi, è estremamente difficoltoso.
Ecco perché è bene affidarsi, sin dall’inizio, ad un’agenzia socio assistenziale come quella di AES DOMICILIO, in quanto le nostre badanti sono scelte da un selezionato team che adopera una funzione di “screening” delle badanti, selezionando le badanti migliori e più affidabili, possedendo uno storico delle badanti e delle pregresse esperienze lavorative, e la loro condotta presso la famiglia precedente. Dunque affidarsi ad una associazione socio assistenziale è la via migliore per gestire problemi del genere: nessuno garantisce che una badante non possa scappare o venire meno alle proprie funzioni, nemmeno un’agenzia, ma certamente in questi casi estremi, l’agenzia, saprebbe come muoversi e come agire, arginando immediatamente il problema, mettendo in contatto una badante ad hoc per il caso e la famiglia in cerca di badante. Garantiamo una copertura immediata o in 24h di un buco d’urgenza del genere grazie alla nostra gamma di badanti che abbiamo sotto la nostra egida.
Tuttavia anche la famiglia, o il paziente/anziano, se possibile, deve riuscire a decifrare una serie di messaggi-spia che la badante può lanciare durante i giorni che prevede essere gli ultimi per lei; altre volte, invece, è impossibile anche da ipotizzare.
Utente: Caro AES mio padre è stato ricoverato in ospedale e non so come gestirmi con la mia badante, sai darmi qualche informazione in più?
AES: Caro Utente dovrebbe essere anche lei a darci qualche informazione in più per essere in grado di risponderle in modo corretto ed esaustivo. Non si capisce, dalla sua domanda, cosa stia chiedendo: se deve continuare a pagarla, o se deve sospendere il servizio, o altro… Comunque questa è una delle situazioni che si verificano frequentemente soprattutto se il vostro caro passa da una situazione di parziale autonomia in casa ad un’altra in cui diventa necessario il ricovero in ospedale per ottenere cure ad hoc. L’articolo 19 del CCNL specifica che durante le sospensioni di lavoro per esigenze del datore di lavoro, il rapporto lavorativo con la badante non viene interrotto e ad essa spetta la retribuzione globale di fatto.
In particolare vi sono tre possibilità: quando il periodo di ricovero è di breve durata e alla lavoratrice non viene richiesta alcuna attività di assistenza in ospedale, essa conserva il diritto alla retribuzione globale di fatto e a vitto e alloggio o relativa indennità sostitutiva.
Quando il ricoverato si stabilisce per un lungo periodo presso una struttura di cura e non ha più necessità di essere seguito dalla badante il rapporto può cessare con il rispetto dei termini di preavviso previsti dall’articolo 39 del CCNL.
Quando il rapporto di lavoro prosegue direttamente nella struttura sanitaria dove l’assistito è ricoverato è necessario comunicare all’INPS le possibili variazioni legate alla scansione oraria e al luogo di lavoro entro 5 giorni dall’evento.