Badanti e Deontologia

Trattasi di un documento assolutamente necessario ed utile che educa le badanti al rispetto di alcune regole fondamentali e che inquadra alcuni requisiti relativi all’attività professionale degli assistenti familiari.

Siamo di fronte ad una novità assoluta perché prima in Italia non esisteva un sistema di riconoscimento e certificazione delle competenze per colf, badanti e baby sitter, né delle specifiche regole di condotta da seguire a casa. Complessivamente sono 9 articoli che chiariscono altrettanti principi e buone prassi, a partire dal modo di esprimersi. Anche in questo caso l’obiettivo è quello di qualificare ulteriormente il lavoro di badanti, colf e baby-sitter in modo da uniformare il loro comportamento. Infatti, il fatto che una grande parte del lavoro domestico non sia contrattualizzato secondo i termini di legge, implica una mancanza di tutele non solo per il lavoratore, ma anche per il datore di lavoro domestico, che in questo modo resta senza garanzie sul dipendente che sta assumendo per prendersi cura di un proprio familiare ammalato, anziano, minore o con qualche tipo di disabilità.

La legge che riguarda il codice deontologico è la Norma Tecnica Uni del 2019: questa, oltre a stabilire che i lavoratori domestici per comprovare il possesso di determinati requisiti minimi debbano conseguire una patente di qualità, contiene anche il codice deontologico che individua una serie di norme da rispettare e che vale la pena conoscere.

Facciamo alcuni esempi.

• Qualunque sia la mansione svolta o il ruolo per cui si viene assunti, al collaboratore domestico il codice impone di avere un linguaggio educato, rispettoso e non offensivo.
• Colf, badanti e baby sitter non devono avere comportamenti aggressivi ed offensivi; in nessun caso possono percuotere o aggredire fisicamente la persona assistita.
• Ancora, il collaboratore domestico è tenuto a rispettare la privacy delle persone per cui lavora o a cui presta assistenza.

 

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C’è quindi da rispettare il principio della riservatezza, perché nell’espletamento delle sue funzioni, il lavoratore può venire a conoscenza o vedere cose e fatti che rientrano tra le cosiddette informazioni sensibili a livello di privacy.

Vieppiù, il domestico informando preventivamente la famiglia non può eseguire direttive che non siano in grado di svolgere correttamente per mancanza di conoscenze e competenze specifiche o che siano in contrasto con la normativa.

Trattasi di alcune regole che potrebbero sembrare scontate, ma che purtroppo necessitano di essere ancora fortemente sottolineate, anche a fronte dei tristi eventi che tutt’oggi caratterizzano la nostra società e che lasciano ancora sgomenti.

Aes Domicilio non fa altro che sensibilizzare e divulgare queste informazioni essenziali: la conoscenza è la prima arma per proteggerci da episodi spiacevoli ed inaccettabili.

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