Badante Libro

Il Mondo Delle Badanti Nel Libro Di Titti Marrone

Alina è un’efficiente badante moldava emigrata nel nostro paese per necessità e determinata a tenersi il lavoro con qualsiasi mezzo. La sua datrice di lavoro, Eleonora, è una professoressa colta e illuminata, una donna borghese che, per assistere la madre in preda a demenza senile, ha bisogno di un aiuto esterno che la scarichi di ogni responsabilità.

Alina  è una donna resa dura dallo sconvolgimento obbligato della propria esistenza e dalla lontananza dal marito, dal figlio, dalla nipote. Lei ha una laurea, potrebbe recitare Dante a memoria, ama la musica e conosce bene la lingua italiana. Eppure parla un italiano stentato e finge di essere ignorante quanto basta. Insomma è chiusa in una maschera che pensa sia la sua difesa. E altrettanto fa Eleonora, delusa dal marito e dalla figlia sulla quale aveva trasferito progetti e aspettative, vive la sua fragilità cercando di barcamenarsi tra la madre malata, con tutti i sensi di colpa che sente per non curarla personalmente, e sua figlia che ha scelto una strada diversa da quella dorata che aveva immaginato per lei. E si sente persa, strappata e non più una donna intelligente e progressista, ritrovandosi, appunto, “capovolta”.

La scrittura di Titti Marrone è precisa ed  elegante .
“Le badanti risolvono i problemi quotidiani di moltissime famiglie italiane. Nel libro è una delle protagoniste, perché?”

“Perché le badanti incarnano la tipologia di migranti che tutti crediamo integrate ma è ben lontana dall’esserlo. Nel mio romanzo ho cercato di raccontare, con un’ironia forse a volte anche un po’ crudele, il suo difficile rapporto con la figlia della vecchia a cui bada: Alina è rimasta legata al modello sovietico e rimpiange la vita nel suo Paese, dove era un ingegnere elettronico. Così ingoia in silenzio i commenti saccenti degli occidentali, entusiasti di  Gorbaciov e disgustati dai ‘paesi sotto il tallone dell’Urss’. Ha imparato l’italiano sulla Divina Commedia, di cui conosce interi brani a memoria, ma lo nasconde accuratamente fingendo di non parlar bene la lingua, per adeguarsi allo stereotipo della badante. E guarda alla figlia dell’anziana da lei assistita con tutto l’implacabile peso dei propri giudizi negativi sul ‘mondo dei borghesi’.”

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