Anziani tradizioni badante

La badante e le tradizioni

E’ ormai assodato che gli anziani siano diventati le nuove enciclopedie popolari, veri e propri uomini-memoria che si portando dentro mondi che sono ormai scomparsi, gesti ormai tramontati, modi di dire che sembrano svaniti. Gli anziani sono la nuova coscienza del passato costituito da tradizioni e da usi, molte volte, fatti di riti inaccessibili anche alle nuove generazioni. E’ triste pensare che tutto questo sapere non documentato, non scritto ma orale, verrà disperso senza averne traccia; ed è ancora più triste rendersi conto che non ci sarà nessuno a cui poterlo tramandare, poiché, con le globalizzazioni e glocalizzazioni, non c’è più spazio per il passato.

Le badanti si innestano in questo antico tessuto come una opportunità o come un definitivo tramonto: le badanti, stando a stretto contatto con questi “uomini-memoria” hanno la possibilità di apprendere un mondo scomparso e sconosciuto anche alle nuove generazioni, le naturali eredi che, però, hanno rifiutato di portare avanti le tradizioni. E’ molto bello pensare che le badanti divengano le nuove eredi degli “uomini-memoria”, e poter, magari, diventare loro nuovi “uomini-memoria”.

Ma per far sì che questo succeda c’è bisogno di una cosa fondamentale: la volontà di scambio e quindi di ascolto.

La badante ha un ruolo attivo nella vista dell’anziano

La badante non deve giocare all’interno della vita dell’anziano un ruolo passivo, atto solo a garantire il minimo indispensabile all’anziano ma anche qualcosa di più, qualcosa che vada oltre i bisogni biologici e abbracci, magari, i bisogno spirituali come il senso di sentirsi di nuovo ascoltati, e quindi di nuovo importanti. Essere ascoltato per un anziano è molto importante, poiché lo fa sentire di nuovo “utile” alla società – nella quale, la maggior parte delle volte, ha trascorso attivamente più della metà della sua vita – , poiché si sentirà di nuovo d’avere qualcosa da dare. Essere ignorati, essere trattati come “peso” della società, fa sì che gli anziani si auto convincano di questa cattiva e scellerata visione della vita che porta via il rispetto sacrale che si prestava loro qualche decennio fa.

La badante andrà, dunque, a colmare un vuoto antropologico all’interno della società, rappresentando così un ruolo fondamentale soprattutto per le generazioni a venire. Ancora più bello è il fatto che le badanti, pur essendo per lo più straniere, e dunque estranee a tutta una tradizione e un suo sviluppo che ai nostri occhi potrebbe anche sembrare naturale, entrino in contatto diretto proprio con le fondamenta della nostra educazione. Occorre, però, che siano predisposte all’ascolto e che abbiano anche una curiosità tale da vedersi non come mere burattine in mano alle famiglie dell’anziano, e che dunque eseguano solo ed esclusivamente le mansioni dettate, ma vedersi anche come parte integrante e non solo ospite della nostra società.

E’ questo un passo fortunato: riuscire a recuperare la tradizione grazie all’ascolto che troppe volte manca, e che viene prestato da chi non ci si aspetterebbe.

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