Badante Notturna  Assistenza O Presenza

Badante Notturna: Assistenza O Presenza?

Con l’entrata in vigore del nuovo Ccnl sono state ridotte le ore contributive ai fini della Cassa Colf per i contratti di assistenza e presenza notturna e da ottobre, le ore contributive su cui calcolare la Cassa colf non corrisponderanno a 54 ore settimanali ma a 48 ore per l’assistenza notturna e 30 per la presenza notturna. Le ore lavorative e quelle contributive ai fini Inps invece resteranno di 54 ore settimanali.

Quando il datore, o l’assistito, é non autosufficiente spesso si sente il bisogno di una persona che resti in casa anche durante la notte: spesso è proprio nell’orario notturno che la malattia si manifesta creando timore e apprensione per i propri cari. Ebbene, le possibilità sono ben due: se l’assistito ha bisogno di cure continue e quindi la badante deve rimanere sveglia tutta la notte allora la collocazione temporale della prestazione è ricompresa tra le ore 20.00 e le ore 8.00 potendosi applicare il contratto di c.d. “assistenza notturna” (badante notturna) con livello solitamente CS o DS (il livello DS se la badante é formata professionalmente).

Se invece il datore di lavoro non ha bisogno di assistenza continua e la badante, che dorme in un’altra stanza separata, non deve prestare assistenza costante, allora é necessario stipulare un contratto di “presenza notturna” che va dalle 21.00 e le ore 8.00 e con un compenso mensile fisso sempre uguale a prescindere dal livello.

Come notiamo abbiamo appena distinto tra presenza e assistenza notturna: di solito per entrambi i contratti l’orario é di 54 ore settimanali, dato che la badante dev’essere convivente e quindi solitamente si indicano 9 ore di lavoro dal lunedì al sabato che saranno le ore pagate e versate ai fini contributivi, più le ore di ferie, di malattia, di festività su cui vanno pagati i contributi).

Chiaramente si tratta di contratti esclusivamente notturni per badanti che non prestano il proprio servizio di giorno; laddove invece si avesse bisogno di una badante sia diurna che notturna, allora è meglio assumere solo una badante convivente diurna full-time 54 ore, perché il regime di convivenza prevede che il vitto e l’alloggio vengano corrisposti in natura e che, quindi, la collaboratrice dorma dal datore di lavoro. I contratti di assistenza e presenza notturna di cui abbiamo appena parlato prevedono sempre la convivenza nonostante poi di giorno il collaboratore ritorna a casa sua, pertanto alla domanda convivenza si o convivenza no, la risposta è si! Inoltre, mentre il contratto esclusivamente di assistenza notturna segue le norme dello straordinario in base al livello e non prevede particolarità, per quanto riguarda il contratto di presenza notturna il CCNL stabilisce un calcolo dello straordinario differente.

Infatti, l’art. 11 comma 2 prevede che laddove venissero richieste al lavoratore prestazioni diverse dalla presenza, “queste non saranno considerate lavoro straordinario, bensì retribuite aggiuntivamente sulla base delle retribuzioni previste per i lavoratori non conviventi, come da tabella C allegata al presente contratto, con le eventuali maggiorazioni contrattuali e limitatamente al tempo effettivamente impiegato.

” Occorre pertanto distinguere tra il collaboratore che durate la presenza notturna fa delle ore in più di lavoro (si pensi ad esempio all’assistito che ha necessità di essere accompagnato in bagno più volte) e allora in tal caso le aggiuntive verranno conteggiate alla voce “Interventi in regime di presenza notturna” applicando la paga prevista per i non conviventi con lo stesso livello (C) ma senza alcuna maggiorazione (dunque in sostanza quell’intervento diverso dalla “presenza” non sarà straordinario); e la badante che viene assunta per presenza notturna ma che fa un’ora di straordinario prima delle fascia oraria prevista per la presenza 21.00/8.00 (in questo caso, quindi, interviene in un orario diverso da quello già previsto) e che verrà conteggiata proprio come straordinario e di conseguenza andrà applicata la paga della tabella C + la maggiorazione prevista indicando la causale S di lavoro straordinario + le ore aggiuntive.

Come notiamo occorre studiare a fondo per regolarizzare questo tipo di rapporto di lavoro, un lavoro peraltro ormai necessario e sempre più richiesto a fronte dei mutamenti sociali che ci interessano quotidianamente. Pertanto, studiare, tenersi aggiornati sulle dinamiche lavorative, sulla disciplina mutevole che interessa ogni rapporto di lavoro è divenuto essenziale per non eludere la legge e soprattutto per evitare di fidarsi e affidarsi ad un malsano “passaparola” che non fa bene ai nostri cari, non fa bene alla nostra famiglia e non fa bene al nostro Paese.

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