Paure E Le Preoccupazioni Dei Familiari

S.O.S. RSA: Le Paure E Le Preoccupazioni Dei Familiari

Quotidianamente si assiste alle notizie assurde che colpiscono le RSA e chi ci lavora: “Vostra zia sta bene”, ma la telefonata arriva ai parenti che stanno piangendo la 91enne in una bara. Queste e molte altre le notizie fuori dal normale.

Per mesi non possono più fare visita, né parlare con il familiari, rassegnandosi alle videochiamate degli operatori della struttura che insistevano nel dire che stesse bene, che fosse stabile, che fosse a letto!

E cosi, tra una chiamata ed un’altra si assiste frequentemente alle false prospettazioni e alle surreali vicende che colpiscono la nostra nazione. Il tutto per poi sentirsi dire delle scuse, il tutto finisce quindi per concludersi con una comunicazione alla direzione della RSA, l’apertura di una inchiesta e una sanzione disciplinare. Ecco le rassicurazioni finali degli operatori ai parenti dell’ex assistito. Da qui una serie di preoccupazioni dei familiari che non tardano a denunciare queste inaccettabili vicende: si parla di un vero e proprio “inferno”, e la pandemia attuale non fa che aumentare smisuratamente queste preoccupazioni. Le RSA anziché essere ancor più protette, ancor più blindate, causano morte, incredibili storie e facili contagi. Un vero e proprio mondo a parte divenuto protagonista dei nostri giorni e di cui si ignorano spesso le dinamiche interne, un sistema giunto al fallimento specie nel periodo pandemico, una frattura venutasi a creare tra il familiare e l’anziano, fatta di silenzi, paura, noncuranza, attese, speranze, rabbia e denuncia. Ogni giorno si ricevono richieste di intervento in merito a questi drammi familiari, scenari privi di assistenza, operatori che si rifiutano di eseguire, come prevede la normativa, il tracciamento dei contagi, lasciando i pazienti nella totale insicurezza ed incertezza, omettendo di avvisare pazienti e familiari. Si può vivere in questa paura? Per di più, i malati gravissimi restano sempre gli ultimi, disattendendo così ad uno dei principali fondamenti della nostra Costituzione, del nostro stato di diritto: il principio di uguaglianza e di tutela della salute che restano mere parole scritte, prive di reale applicazione concreta.

Quale, allora, la soluzione?

Lo stesso Governo sta spingendo verso le cure nel domicilio, una badante convivente potrebbe saper gestire con più attenzione e scrupolo le esigenze dei nostri cari, e in maggiore sicurezza, soprattutto.

Un mondo chiamato paura, insomma, un mondo che da un giorno all’altro è stato catapultato dal silenzio, dalla solitudine, dai duri bilanci quotidiani. Nessuna merenda quotidiana, nessuna festa, nessuna condivisione, nessun sorriso: tutti separati, senza contatti, i telefoni che squillano perennemente per le preoccupazioni dei cari, il rumore delle bombole d’ossigeno, il suono dei macchinari, il sudore delle tute e i lividi delle mascherine, le voci che rimbombano, la conta dei caduti come fosse un bollettino di guerra. Si è parlato di una vera e propria carneficina, di un dramma irripetibile determinato dalla mancanza di organizzazione giornaliera: non sono stati sempre garantiti i test agli ospiti anziani, così come agli operatori per evitare che il virus entri nelle strutture, non sono stati messi a disposizione dei medici specialisti per la consulenza, in aiuto ai medici delle RSA, non sono stati dati prontamente i dispositivi di protezione, nonostante fossero obbligatori, sono state date, insomma, delle responsabilità che le RSA non potevano assumersi, un carico troppo pesante che ha finito per amplificare il rischio d creare focolai. Queste circostanze lasciano posto ad una sola domanda: quanto il regime delle RSA è compatibile con una adeguata assistenza dei nostri vecchi? Sia chiaro, non bisogna criminalizzare il personale che si è prodigato, ma allontanare gli anziani, i propri cari, la propria famiglia, per chiuderli in queste strutture, se può essere un’esigenza di una società produttiva, non è sicuramente degno della nostra civiltà, non è sicuramente la risposta più idonea non appena perdono forze ed autonomia.

Si parla ormai delle RSA come dei luoghi di fine vita, a fronte di una carenza di assistenza domiciliare: AES Domicilio vuole e deve rispondere a questa tragica mancanza, da anni risponde con le badanti alla impossibilità di trovare una soluzione, da anni opera nel settore per garantire il giusto equilibrio tra salute e sicurezza, tra professionalità e garanzia.

Non è forse venuto il momento di bloccare la costruzione di queste RSA per sperimentare soluzioni alternative e più efficienti? Non è forse venuto il momento di prendere atto di tale situazione per evitare che nuove tragedie si spengano tra le mura sconosciute di queste strutture? Non è forse necessario rivalutare la figura della badante come anello di congiunzione tra un bisogno ed una necessità?

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AES Domicilio è attiva con le proprie badanti in tutta la Regione Lombardia ed in particolare nelle province di Milano (Agenzia badante Milano), Badante Monza e Brianza, badante Como, Badanti Lecco, Badanti Bergamo e Badante Varese.
Siamo anche presenti in tutto il Nord Italia, attraverso i nostri uffici o i nostri partner in franchising (ad esempio in Liguria: badante Imperia e Savona).