Badante Cercasi

A.A.A. Cercasi Badanti

I dati Istat svelati i primi di Marzo avevano parlato chiaro: un esodo delle badanti avrebbe causato un grave scompenso all’Italia, uno dei paesi maggiormente piagati da un tasso di longevità estrema, non può che richiedere un numero sempre crescente di badanti.

Infatti il pensiero del “lock-down” ha causato un vero e proprio esodo delle badanti verso i loro paesi d’origine, lasciando le famiglie nell’incertezza.

Allo stesso tempo, le famiglie, volendo proprio essere lasciate nell’incertezza: perché se da una parte le badanti sono tornate a casa, dall’altra le famiglie, per paura del contagio, non avrebbero mai volute accoglierle. Questo sta generando un nuovo fenomeno: se prima le badanti o i badanti erano principalmente stranieri, oggi gli italiani stanno riscoprendo a pieno questo mestiere. In Liguria i lavoratori domestici sono sempre più italiani e sempre meno stranieri. È il dato che emerge dall’ultimo aggiornamento statistico dell’Inps su colf, badanti e baby sitter che fotografa nella nostra regione una situazione molto simile a quella italiana: dal 2017 al 2019 la composizione di italiani nel settore è cresciuta dal 26,09% al 28,11%. E lo stesso accade a livello nazionale, con percentuali lievemente più elevate.

La Liguria, con i suoi 29.458 lavoratori domestici censiti l’anno scorso, è la regione del Nord Ovest con la più alta concentrazione in rapporto alla popolazione: in pratica quasi il 2% della popolazione lavora come colf, badante o baby sitter. Quasi 30mila persone, per la maggior parte straniere (in tutto 21.177, l’anno prima erano 21.433) ma quasi per un terzo italiane (8.281, erano 8.150).

Il tasso di crescita degli italiani (1,6%) supera la diminuzione degli stranieri (0,99%) cosicché il numero complessivo risulti in aumento rispetto al 2019 (nazionalità della badante). Un fenomeno che si potrebbe spiegare in due modi: da una parte alcune comunità etniche di immigrati che tradizionalmente si sono avvicinate a queste professioni (il Sud America, ma anche l’Europa dell’Est) stanno registrando diversi ritorni in patria, dall’altra molti giovani italiani – soprattutto ragazze – prestano servizio come babysitter e gradualmente iniziano a emergere dal lavoro nero, andando perciò a pesare sulle statistiche.

“Per noi è sempre un dato positivo perché significa che gli italiani vedono questo settore come una risorsa economica – spiega Teresa Benvenuto, segretaria nazionale di Assindatcolf – anche perché la popolazione invecchia e ha sempre più bisogno di assistenza, senza dover andare per forza in strutture lontano da casa. In Liguria questa caratteristica è ancora più evidente”.

Secondo l’associazione, però, la diminuzione degli stranieri è frutto di una tendenza ben più preoccupante: “Purtroppo stiamo registrando una transizione sempre maggiore degli stranieri dal lavoro regolare al lavoro nero – continua Benvenuto -. La regolarizzazione da parte del Governo è stata un importante passo perché ha dato la possibilità di emergere, ma non basta. Noi puntiamo a dire che al datore di lavoro conviene offrire un posto in regola piuttosto che una situazione di irregolarità. È una battaglia che continueremo a portare avanti”.

 

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