Quei contributi non versati alle badanti

Uno dei problemi ed errori più evidenti nel campo delle badanti è costituito dai contributi: se essa è una badante convivente l’orario di lavoro da considerare sarà pari a 54 ore settimanali e i contributi saranno calcolati su tali ore; ma il furbetto dichiarerà un orario inferiore in modo da pagarne meno.

I contributi non versati alle badanti: maggiori tutele

 

Per questo motivo dallo scorso 20 ottobre 2018 l’Inps ha dato il via all’operazione convenzionalmente denominata “Silenti 2018” che mira a recuperare tutti i contributi previdenziali non versati da parte dei datori di lavoro domestico a favore di colf, badanti e babysitter.

Dalla questa data l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale sta provvedendo ad inoltrare ai datori di lavoro domestico che sono in ritardo con il versamento dei contributi previdenziali di almeno un trimestre dei veri e propri avvisi bonari per sollecitare ed incentivare l’adempimento spontaneo da parte del contribuente interessato.

Gli anni di contribuzione che saranno sottoposti all’attenzione dell’Inps sono, principalmente, quelli dal 2014 in poi. Viene inoltre precisato che nel momento in cui il soggetto datore di lavoro dovesse ricevere uno di questi avvisi bonari da parte dell’Inps avrà a disposizione 30 giorni di tempo decorrenti dalla data di ricevimento dell’avviso per provvedere al saldo dei contributi mancanti ed indicati esaustivamente nell’avviso stesso.
Perché aspettare un avviso quanto possono essere rispettate sempre le apposite regole vigenti in questo campo? Come ogni ambito avente a che fare con la vita dell’uomo, anche questo è destinato a crescere enormemente di anno in anno, di conseguenza occorre informarsi e garantire tutti i diritti al lavoratore in modo da costituire un rapporto di lavoro regolare e fondato sulla legalità.

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