Niente Fondi Per Colf e Badanti nel Decreto “Cura Italia”
Se qualche tempo fa ci siamo pronunciati sulla possibilità che il decreto “Cura Italia” tagliasse fuori le badanti e le colf; ad oggi questa paventata minaccia è una realtà ineludibile.
Proprio ieri questo dato è stato confermato, confermando altresì la totale insipienza e noncuranza da parte dello Stato di intere fasce sociali che si reggono porpio sull’assistenza sanitaria. AES DOMICILIO in primis sta subendo gli effetti di questa sciagurata manovra economica, non certamente dipendente dal Governo, ma da una situazione internazionale, che però, tale causa, non basta a render più gradito lo scotto nefasto di questi giorni. La nostra politica che è quella dello “stare insieme” non si sta disgregando bensì rinforzando – ma non possiamo da soli fronteggiare un’emergenza del genere, che rischierà di causare più morti (anche morti “civili”) della malattia seguita al Covid-19.
Il primo momento della verità sul futuro di migliaia di colf sta arrivando con la fine del mese di marzo e il pagamento del primo stipendio dopo l’entrata in vigore delle norme destinate ad arginare il diffondersi del contagio. Le decisioni del governo in realtà non impediscono il lavoro domestico, ma di fatto hanno indotto una gran parte delle famiglie a rinunciare alle prestazioni delle collaboratrici famigliari, a tutela della propria salute e di quella della lavoratrice. Le regole a cui attenersi? Utilizzare le ferie, permessi retribuiti o non retribuiti, utilizzare anticipi del Tfr: molto è lasciato al buon senso (per non dire al buon cuore). Tutto questo, comunque, per evitare il licenziamento. La categoria non gode di molte tutele e anche in occasione della epidemia di Covid-19 la cassa integrazione per il momento è stata esclusa, mentre utilizzando le soluzioni ricordate le lavoratrici potrebbero avere accesso al fondo per il «reddito di ultima istanza». Diversa, la condizione delle badanti conviventi, il cui impegno con gli anziani in questo periodo non è cambiato e, anzi, se possibile è diventato ancora più prezioso.
Negli ultimi giorni di apertura un numero significativo di lavoratori immigrati dimostrava poca informazione su quanto sta accadendo: filippini con il permesso di soggiorno in scadenza a luglio arrivati chiedendo di poterlo rinnovare adesso, signore moldave che avevano sentito parlare di una possibile sanatoria nel mese di marzo stupite che sia tutto fermo. La sensazione è che a molti immigrati, soprattutto di una certa età e con una conoscenza dell’italiano parziale, manchi la consapevolezza di quanto sta accadendo.
E’ dunque chiaro che non bastano decreti dell’ultimo minuto per risanare la situazione, eppure in quanto AES DOMICILIO stiamo portando avanti le nostre mansioni, anche e soprattutto a tutela fiscale delle famiglie e delle badanti che a noi si riferiscono.
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