Badanti contributi

La badante e i contributi: ma a cosa servono?

Il miglior mezzo per contrastare il lavoro nero è informare dei pericoli a cui esso conduce; ma prima che informare dei pericoli del lavoro nero, a nostro avviso sembra necessario informare dei benefici a cui conduce la dichiarazione regolare del lavoro. Molte infrazioni vengono determinate dalla ignoranza.

Molti dicono: ma perché versare dei contributi quando posso risparmiare? E molti, infatti, ignorano ciò che “vanno a coprire” questi contributi, al di là della semplice “pensione” o “liquidazione”, i contributi sono determinanti per tutta una serie di fattori non trascurabili.

 

I contributi per i lavoratori domestici

Il contributo orario dovuto all’Inps per i lavoratori domestici non serve soltanto per garantire loro una pensione, ma anche per assicurare colf e badanti contro la disoccupazione, per le prestazioni sanitarie, per gli infortuni sul lavoro e per altre prestazioni.

Nel dettaglio, il contributo Inps colf e badanti è destinato:

a) per la maggior parte, al fondo pensioni lavoratori dipendenti: gran parte della contribuzione pagata va infatti al Fpld., e serve a coprire l’assicurazione Ivs, invalidità vecchiaia e superstiti (in pratica, serve per la pensione dei lavoratori domestici); l’aliquota è pari al 17,4275%;

b) a finanziare l’indennità di disoccupazione (ora Naspi, precedentemente Aspi): la quota Aspi serve infatti per assicurare il dipendente contro la disoccupazione; nel caso in cui il rapporto sia a termine, è dovuta un’addizionale dell’1,40%;

c) alla Cuaf, cioè alla Cassa unica assegni familiari: questa contribuzione serve per finanziare l’erogazione degli assegni al nucleo familiare (Anf) ai lavoratori domestici;

d) a finanziare l’indennità di maternità: i contributi versati alla Gestione maternità servono difatti a liquidare la relativa indennità alle lavoratrici domestiche per il periodo di astensione obbligatoria (2 mesi prima del parto e 3 mesi successivi, oppure un mese più 4 mesi, qualora la lavoratrice si avvalga della flessibilità);

e) a finanziare l’Inail: la quota Inail copre l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; il datore di lavoro non deve versare premi Inail a parte per colf e badanti;

f) al fondo garanzia Tfr: la quota versata presso questo fondo serve a coprire il dipendente dal rischio del mancato pagamento della liquidazione da parte del datore di lavoro.

Sperando di aver chiarito un po’ le idee, ci auspichiamo che non si cada più nel banale discorso “della pensione”!

 

 

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