Il pagamento della badante, una guida completa su come pagare una badante
Indice
Il pagamento della badante è un argomento di grande rilevanza, sia dal punto di vista legale che economico, che coinvolge numerosi aspetti del diritto del lavoro, della previdenza sociale e della fiscalità. E’ importante avere chiarezza su tutti questi aspetti per garantire un corretto rapporto lavorativo e per assicurare il rispetto dei diritti e degli obblighi di entrambe le parti coinvolte.
Il pagamento della badante: determinazione della retribuzione
La retribuzione della badante deve essere determinata tenendo conto di diversi fattori. In primo luogo, è necessario considerare il livello di esperienza, le competenze e le qualifiche della badante. In secondo luogo, bisogna tener conto delle esigenze specifiche della persona assistita, come il livello di autonomia, le condizioni di salute e le attività che la badante dovrà svolgere. Infine, è importante considerare le condizioni del mercato locale del lavoro.
In Italia, la retribuzione minima delle badanti è regolamentata dal CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro) delle collaboratrici/i familiari, che stabilisce le fasce di retribuzione in base alle ore di lavoro e alle mansioni svolte. È importante verificare che la retribuzione concordata non sia inferiore a quella minima prevista dal CCNL.
Modalità di pagamento della badante
Il pagamento della retribuzione della badante può essere effettuato con assegno, bonifico bancario o postale, o tramite altre forme di pagamento elettronico. Il pagamento deve essere documentato con una ricevuta o un cedolino paga, che deve indicare l’importo del salario, le trattenute previdenziali e fiscali, e eventuali detrazioni o bonus.
Come pagare la badante: contributi previdenziali e assicurativi
Il datore di lavoro ha l’obbligo di versare i contributi previdenziali e assicurativi per la badante. Questi contributi includono l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (INAIL), l’assicurazione per la disoccupazione (NASpI), l’assicurazione per la maternità e la pensione (INPS). L’importo dei contributi varia in base alla retribuzione e al numero di ore di lavoro.
Come pagare la badante: la tassazione
La retribuzione della badante è soggetta a tassazione, che può essere effettuata tramite il sistema del cedolare secca, che prevede un’aliquota fissa del 10% senza detrazioni, o tramite il sistema dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), che prevede diverse aliquote progressive in base al reddito. Inoltre, è possibile beneficiare di detrazioni fiscali per i costi delle prestazioni di assistenza familiare.
La retribuzione della badante
Per avere un’idea dei compensi associati al contratto di una badante, è utile fare riferimento al CCNL delle collaboratrici/i familiari. Ricordiamo che questi sono valori minimi, al di sotto dei quali non si può scendere.
A partire dal 2023, il contratto prevede:
- Per le badanti conviventi (cioè che vivono nella casa della persona assistita), la retribuzione minima mensile varia da 900 a 1.100 euro, a seconda del numero di ore di lavoro e delle mansioni svolte. Questa cifra include vitto e alloggio.
- Per le badanti non conviventi, la retribuzione oraria varia da 8 a 10 euro, a seconda delle mansioni svolte. Questa cifra non include vitto e alloggio.
Ricordiamo che questi sono solo valori minimi e che la retribuzione può essere superiore in base alla negoziazione tra le parti, alle competenze e all’esperienza della badante, e alle esigenze specifiche della persona assistita.
Pagamento della badante: trattenute Previdenziali e Fiscali
Le trattenute previdenziali e fiscali sono calcolate come una percentuale della retribuzione. In generale, la trattenuta per i contributi INPS è del 33%, mentre la trattenuta per i contributi INAIL è dello 0,72%. La trattenuta per l’imposta sul reddito può variare dal 23% al 43%, a seconda del reddito, ma può essere ridotta con la cedolare secca al 10%.
Per esempio, per una retribuzione mensile di 1.000 euro, le trattenute previdenziali sarebbero di 330 euro per l’INPS e di 7,20 euro per l’INAIL, mentre la trattenuta fiscale sarebbe di 100 euro con la cedolare secca o di 230-430 euro con l’IRPEF.
Le detrazioni fiscali sul pagamento della badante
Il datore di lavoro può beneficiare di una detrazione fiscale per i costi delle prestazioni di assistenza familiare. La detrazione è del 19% per una spesa massima di 2.100 euro all’anno, per un risparmio fiscale massimo di 399 euro all’anno. La detrazione può essere aumentata per le persone con disabilità o con un reddito basso.
In sintesi, il pagamento della badante è un argomento complesso che richiede una buona conoscenza delle leggi e dei contratti del lavoro, oltre a una attenta pianificazione finanziaria. È sempre consigliabile consultare un consulente del lavoro o un commercialista per assicurarsi di rispettare tutti gli obblighi legali e fiscali.
Dal 1° luglio 2018, è obbligatorio pagare gli stipendi lasciando traccia, cioè attraverso un bonifico bancario o postale o con un assegno o, ancora, con uno strumento di pagamento elettronico.
La badante appartiene alla categoria degli addetti ai servizi familiari e domestici, con tanto di contratto per badante e badante convivente. Questo vuol dire che, almeno in teoria, va assunta, ha diritto ai contributi previdenziali, alla malattia, alle ferie, al rispetto di determinati orari di lavoro, ecc. Come un qualsiasi dipendente.
Dal 1° gennaio 2022 anche per colf e badanti (badante convivente e badante ad ore) si applicano le nuove regole per il pagamento dello stipendio. Ormai è dal 2018 che in Italia è fatto obbligo ai datori di lavoro di pagare gli stipendi ai loro dipendenti, utilizzando strumenti tracciabili e non il danaro contante.
La legge n° 205 del 2017 lo prevedeva, ma non per tutte le categorie di lavoratori e datori di lavoro. Tra le eccezioni il settore domestico, quello di colf e badanti. Inoltre, fino al 31 dicembre 2021, il limite fino al quale si potevano versare stipendi in contanti a badanti e colf era fissato a 2.000 euro. Una somma difficilmente raggiungibile da una badante, tanto meno da una colf. I minimi salariali sono quelli che sono e 2.000 euro restano una autentica chimera per le lavoratrici.
Dal punto di vista del datore di lavoro, ancora meglio, perché a lui conviene sempre pagare lo stipendio con mezzi tracciabili, anche al di sotto di 1.000 euro. Va ricordato infatti che il datore di lavoro che utilizza questi metodi tracciabili per stipendiare la propria badante, ha diritto a:
- Dedurre dal reddito proprio fino a 1.549,37 euro di contributi versati all’Inps per la propria lavoratrice;
- Detrarre il 19% del compenso riconosciuto alla badante, fino a un massimo di 2.100,00€, a condizione che sia una badante che assiste una persona non autosufficiente e che il datore di lavoro abbia un reddito fino a 40.000 euro.
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Articolo aggiornato al 5/01/2024