La Badante a Nero e il Vaccino: un Rapporto da Indagare
Non sarà facile identificare chi ha diritto secondo le disposizioni del piano – dice il presidente dell’associazione delle famiglie datrici di lavoro domestico che aggiunge: “Inviteremo tutte le famiglie a fare lettere di assunzioni di colf e badanti in cui sia previsto essere vaccinati”.
Questo è uno dei punti fondamentali che attanagliano la questione “badanti & vaccini” nell’ultimo periodo; difatti si sta profilando la possibilità di leggere nel vaccino anche l’occasione di scoperchiare un bacino di badanti che lavorano a nero. Non sarà facile identificare tra colf, badanti e baby sitter quelli che fanno parte delle liste vaccinali prioritarie. Secondo le stime, la platea dei lavoratori domestici che rientrano come prioritari nel piano vaccinale presentato a marzo dal generale Figliuolo ammonta a un range tra 100.000 e 300.00 persone. Una cifra abbastanza esigua (dal 10 al 25% del totale) se si considera che l’intera platea di colf, baby sitter e badanti regolari in Italia è di 850.000 lavoratori.
Ma il vero problema sarà identificare chi ha diritto a rientrare in queste liste.
La spiegazione sta nelle disposizioni che regolano l’accesso al vaccino; nell’ultimo piano vaccinale presentato dal commissario generale Figliuolo qualche giorno fa – sono state inserite nelle liste prioritarie le badanti che assistono persone con gravi patologie ed elevate fragilità ma con alcune distinzioni. Quelle che assistono i malati ricompresi nella Tabella 1 del piano (persone in attesa di trapianto, affette da immunodeficienza o sclerosi laterale amiotrofica e altre gravi patologie) sono vaccinabili prioritariamente solo se conviventi. Ci sono poi le badanti e le colf che assistono le persone che rientrano nella Tabella 2 del piano (che riguarda persone disabili gravi, ai sensi dell’art. 3 della legge 104/92).
Queste hanno diritto alla vaccinazione se conviventi, così come hanno diritto a essere vaccinati prima degli altri i familiari conviventi, i caregiver volontari che a titolo gratuito o a contratto prestano assistenza continuativa al disabile, e anche le persone che quotidianamente frequentano la casa per assistenza.
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Proprio su questi due aspetti ci sarà senz’altro caos perché se in qualche modo grazie all’anagrafe dei Comuni e all’anagrafe del Servizio sanitario, si può riuscire a mettere insieme i fruitori di legge 104 art.3, sulla Tabella 1 già sarà difficile da individuare l’assistito, pensi come sarà difficile rintracciare le colf e badanti e i familiari non conviventi. “Noi abbiamo molte famiglie che ci dicono: ‘E’ vaccinabile la badante perché abbiamo il contratto e possiamo dimostrarlo, ma noi non siamo vaccinabili perchè abitiamo da un’altra parte’. Su questo Draghi ha fatto bene anche a dare una strigliata alle Regioni”, commenta il presidente di Assindatcolf. “Noi siamo fin da subito disponibili a veicolare le informazioni verso le famiglie e ad aiutarle, ovviamente quando ci diranno le pratiche necessarie (busta paga, contratto) per facilitare l’identificazione dei soggetti prioritari”, conclude Zini. Abbiamo visto che quando c’è stata la sanatoria a luglio-agosto, noi stimavamo che ci fossero 150-200.000 lavoratori extracomunitari senza titolo a rimanere in Italia e sono stati regolarizzati 178.000 lavoratori anche se l’iter non è stato chiuso. Eravamo precisi. Adesso ci sarebbe un’opportunità per questa misura: noi lo avevamo chiesto al Governo non ci sono risposte ma c’è stato anche il cambio in corsa del ministro dell’Economia”, evidenzia Zini.
Nel Pnrr è prevista la riforma fiscale all’interno della quale si potrebbe inserire la deducibilità 100% del lavoro domestico. Riteniamo che si possano trovare i fondi per partire, poi non è che ci debbano essere dei fondi costantemente destinato alla copertura della misura: bisogna far partire il sistema. Se si dà un incentivo alle famiglie dicendo ‘ti do 500-1000 euro se assumi la domestica e poi puoi dedurre il costo’ oppure semplicemente ‘puoi dedurre il costo’ credo che a quel punto ci sarebbe una regolarizzazioni se non di tutti 1,2 milione di lavoratori, di almeno circa 700-800 mila persone. Con queste assunzioni si sanerebbe il minor gettito fiscale delle famiglie e con un tipo di occupazione totalmente diversa, con il versamento di tutti i contributi previdenziali e assicurazioni contro gli infortuni.
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