Il Vertiginoso Calo delle Badanti
Più volte abbiamo sottolineato l’importanza della figura della badante, non solo in Italia o in Europa, ma nel mondo. Tra gli effetti della globalizzazione si conta certamente quello di avere una “mentalità condivisa”, ovvero: ciò che si pensa in Giappone, oggi, è meno distante da ciò che si pensa in Italia, rispetto a 20-30 anni fa.
E di fatti il dato riportato è un dato su scala mondiale.
AES DOMICILIO ha esperito in prima persona questa nuova tendenza – più volte ci siamo ritrovati di fronte a famiglie che di fronte alle esigenze di un loro caro hanno avuto il barbaro coraggio di tirarsi indietro, di non avere quel quid emozionale in grado di far mettere da parte i soldi e pensare all’affetto. Purtroppo questo è l’effetto di una mentalità che abbraccia l’intero mondo. “Le famiglie hanno tagliato le spese non essenziali comprese quelle per colf e badanti. Molti lavoratori migranti sono tornati a casa. Il nostro Paese non ha messo in campo misure di sostegno sufficienti per consentire alle famiglie di mantenere i contratti in essere e continuare a pagare i lavoratori“.
A dirlo a Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico. “Per rilanciare il settore – dice Gasparrini – abbiamo chiesto al governo una riforma fiscale e sociale in linea con i principi della convenzione Ilo 189”.
“Quasi tre quarti dei lavoratori domestici in tutto il mondo, oltre 55 milioni, corrono il rischio di perdere il lavoro a causa della pandemia, per mancanza di coperture previdenziali (dati Ilo). Cosa è successo, allora, nei mesi del lockdown? E quali sono ora le prospettive future? “La situazione ha avuto varie fasi – ci sipiega Gasparrini – All’inizio, con lo scoppio della pandemia, ci si è trovati davanti a una grande difficoltà, perché nel lavoro domestico è spesso inevitabile il contatto fisico. Da una parte paura abbiamo registrato la paura delle famiglie: sopratutto le badanti a ore e le colf hanno dovuto interrompere l’attività lavorativa. Diversa la situazione delle badanti conviventi, che di fatto hanno formato con il loro assistito un nuovo nucleo familiare, chiudendosi in casa”.
Dal punto di vista economico, “sopratutto a marzo, le famiglie hanno generalmente dato ferie o sospeso l’attività, continuando però a garantire la retribuzione. Ad aprile sono invece arrivati i primi licenziamenti, specialmente per le colf, meno per le badanti. Inizialmente questi lavoratori licenziati non potevano contare su alcun tipo di sostegno da parte dello stato, che nel Cura Italia li ha in un primo momento esclusi o dimenticati”. Ma c’è anche un altro scenario, diverso ma simile, che si è verificato con l’inizio del lockdown: le persone che prestano Agenzia Aes Domicilio che hanno “abbandonato” le famiglie presso cui lavoravano, per tornare nel proprio Paese, in fuga da una pandemia che all’estero veniva presentata come tutta italiana. Questo ha creato chiaramente difficoltà in molte famiglie, che contavano sul servizio ‘essenziale’ svolto da questi lavoratori”.
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