Domande risposte sportello badanti

Aes Domicilio: le vostre domande, le nostre risposte

( qui verranno riportati una serie di quesiti che gli utenti rivolgono ad AES, selezionando quelli più interessanti ed istruttivi, così da dare una linea guida, un prontuario anche per gli altri utenti; quesiti a cui abbiamo risposto così)

 

Utente: Ciao AES, ho intenzione di assumere autonomamente una badante per mi madre, ma l’unica cosa che mi frena è non conoscere niente sul passato di questa persona – e che certo non mi racconterà in due o tre volte che la incontrerò prima di assumerla. Come posso fare per rendere il tutto più sicuro? Grazie mille.

 

AES: Ciao, gentile utente, la domanda che poni richiede una risposta che nessuno può darti con certezza, soprattutto se hai deciso di assumere una persona in modo autonomo. Infatti più volte si è detto come assumere una badante a nero, o assumerla adottando l’antico metodo del passaparola, possa essere qualcosa di controproducente ai fini della cura del nostro caro, poiché il passaparola non garantisce nulla sulla effettiva capacità della badante, né offre alcuna garanzia sulle esperienze pregresse – che sicuramente possono essere state anche ottime, ma purtroppo non certificate. La stessa cosa valga per i titoli infermieristici o parainfermieristici che molte volte le badanti (o coloro che si professano tali), dicono di avere, ma non posseggono alcun documento che certifichi questo. Affidarsi ad un’associazione socio assistenziale come AES DOMICILIO (molto di più di una semplice agenzia badanti) significa fidarsi di un team all’interno del quale vi sono dei membri di screening che accuratamente hanno il compito di controllare la preparazione della badante, raccogliendo i documenti, raccogliendo le certificazione, ed avendo a disposizione anche uno storico delle esperienze pregresse presso altre famiglie.

Sperando di averti risposto cercando di estinguere un tuo dubbio, ti ringraziamo per la domanda posta. A presto. AES

 

Utente: Ciao AES, mio nonno ha una badante da circa 5-6 anni, ma da qualche mese siamo tutti preoccupati poiché qualche giorno fa è successo qualcosa di increscioso. Alla presenza della badante mio nonno ha rischiato di morire soffocato. Non vogliamo allontanare questa persona, ma allo stesso tempo non vogliamo nemmeno lasciarlo in mano inesperte. Hai un consiglio? Grazie…

 

AES: Gentile utente, la badante non è un medico, e soprattutto questi accadimenti si chiamano incidenti e non possiamo prevederli. Tuttavia: l’alimentazione dell’anziano non può basarsi solo su un’alimentazione prettamente a base liquida ma anche con qualcosa di solito, accuratamente sezionato, disossato, liscato, tagliato. I margini di rischio sono però maggiori, allora cosa fare nel caso in cui l’anziano si in preda ad un soffocamento? Certamente avvertire il pronto soccorso ma anche conoscere la “manovra di Heimlich”. Il soccorritore deve posizionarsi in piedi alle spalle della vittima di soffocamento. Dopodiché, il soccorritore deve piegare l’individuo in avanti e cingergli la vita con entrambe le braccia: una mano deve essere chiusa a pugno e la parte appiattita del pollice (quella corrispondente alla falange prossimale, per intenderci) deve essere posta a contatto con l’addome della vittima, fra l’estremità inferiore dello sterno e l’ombelico; l’altra mano deve afferrare il pugno così posizionato in modo da garantire una presa salda e in maniera da consentire l’esecuzione delle compressioni addominali. Una volta posizionato correttamente, il soccorritore, aiutandosi con la mano che afferra il pugno, deve esercitare una serie di spinte sull’addome. Quest’ultime devono essere rapide, profonde ed eseguite in senso antero-posteriore e caudo-craniale; in parole semplici, le compressioni devono essere effettuate verso l’interno, attirando a sé la vittima, e devono essere direzionate dal basso verso l’alto, come se si volesse sollevare la persona. La manovra di Heimlich così eseguita deve essere continuata fino a quando l’individuo non espelle l’ostruzione che impedisce la respirazione; oppure fino a quando la vittima non perde coscienza. In quest’ultimo caso , la manovra di Heimlich non può più essere eseguita ed è necessario intervenire in un altro modo.

Ho cercato di recuperare del materiale che potesse esserti utile. Spero che la badante resti con tuo nonno e che la badante legga queste poche righe così da approfondire, poi, meglio questa manovra, e così che voi possiate dormire sonni tranquilli.

 

Utente: Gentile AES, volevo un parere tecnico da voi: la mia badante ha letteralmente disintegrato la mia aspirapolvere da costo di oltre €500: cosa dovrei fare? Posso decurtarli dalla paga?

 

AES: Gentile utente non credo che questo sia consono; rientra nell’ordine degli accidenti che possono accadere, e poi bisogna che si rintraccino le cause di fenomeni del genere. Tra le competenze della badante devono anche rientrare quelle che riguardino l’utilizzo degli elettrodomestici, come la lavatrice in primis, ed i fornelli, nonché tutti gli altri elettrodomestici che servano per il quieto vivere del paziente affinché riesca a fare ed a vivere di ciò che vuole fare e vivere. L’uso della lavatrice è importante in quanto l’igiene è una delle primissime cose che la badante deve tutelare poiché tra le sue mansioni la pulizia è tra le prime, e soprattutto la pulizia del corpo del paziente.

Può essere gravemente lesivo per la salute del paziente indossare abiti vecchi, o tenuti per troppo tempo nei cassetti, così come abiti sporchi o indossati per più giorni. La pelle degli anziani è, infatti, una pelle maggiormente delicata di quella che possono avere le altre persone, e più esposta ad eventuali sfoghi, eczemi, ed altro; nonché irritazioni che la polvere può apportare. Così, infatti, valga anche per la cucina: una badante che non sappia utilizzare una cucina è cosa gravissima perché tra le mansioni che le spettano vi sono anche quelle che riguardano la salute alimentare dell’anziano, che deve essere tutelata più di ogni altra cosa. Un corpo debole è sempre un corpo mal nutrito. Cucinare determinati piatti, che necessitano determinate cotture, e determinate tecniche di cottura, significa riuscire a conoscere perfettamente il funzionamento di una cucina, altrimenti si rischia di preparare piatti che non vengono mangiati o che finiscono per cagionare malattie. La badante deve essere sempre pronta, dunque, ad utilizzare ogni mezzo possibile che vi è in casa, nei limiti dell’ordinario e del ben vivere del paziente.

 

Utente: Ciao AES, leggo i vostri articoli da tanto tempo, e volevo chiedervi se ci fossero qualche parte della letteratura che tratti della badante – in giro non si legge mai niente. Non so se è il luogo adatto per queste mie considerazioni, ma vi ringrazio.

AES: Certo, caro utente, che è il luogo adatto per noi: noi trattiamo la figura della badante in tutte le sue sfaccettature, anche quello della letteratura. Ci ha provato Titti Marrone nel suo libro “La donna capovolta” in cui si narra di un confronto, di un focus, di un dialogo esclusivo tra una donna intellettuale e una badante della propria madre. Alina è un’efficiente badante moldava emigrata nel nostro paese per necessità e determinata a tenersi il lavoro con qualsiasi mezzo. La sua datrice di lavoro, Eleonora, è una professoressa colta e illuminata, una donna borghese che, per assistere la madre in preda a demenza senile, ha bisogno di un aiuto esterno che la scarichi di ogni responsabilità. Una situazione molto diffusa in Italia dove, secondo il Censis, le badanti sono oltre un milione e seicentomila, un esercito poco considerato formato da persone che subiscono lo stravolgimento coatto dell’esistenza. Ma, dietro i numeri, ci sono le storie. La prima, all’apparenza ben inserita nel contesto geografico e famigliare, come spesso appaiono le badanti, è invece in preda a rabbia e sgomento. La seconda, Eleonora, è convinta di essere di ampie vedute e cerca di stabilire un rapporto “democratico” con la badante, offrendo invece solo contatti superficiali e sbrigativi, quando non addirittura ostili a causa di inconfessate gelosie. La scrittrice e giornalista, Titti Marrone, così risponde ad una domanda postale da un giornalista del Corriere Della Sera: “Le badanti incarnano la tipologia di migranti che tutti crediamo integrate ma è ben lontana dall’esserlo”.