La Badante in Nero: Quando la Situazione muta in Minaccia
Le famiglie che decidono di non rivolgersi alla Cooperativa Sociale ONLUS AES Domicilio e che vogliono muoversi in autonomia rispetto alla gestione organizzativa e amministrativa della propria badante, senza metterla in regola, può incorrere in sanzioni salatissime, sia di natura amministrative, che civile e penale.
Negli ultimi anni Il Ministero del lavoro ha infatti inasprito le sanzioni per contrastare il lavoro in nero delle badanti, che domina il settore con il 62% delle collaboratrici e collaboratori domestici assunti con evasione contributiva totale o parziale (Censis).
E se non si comunica l’assunzione, prima di tutto, per il solo fatto di non aver comunicato l’assunzione o le variazioni nel rapporto di lavoro, la legge prevede l’applicazione di una sanzione amministrativa da 200 a 500 euro per ogni lavoratore/badante alla Direzione Provinciale del Lavoro.
Cosa accade, però, se una badante in nero vuole denunciare il suo datore di lavoro per irregolarità e quali sono i rischi per il datore di lavoro?
Non capita di rado, infatti, che le badanti vengano assunte in nero e ciò significa che non hanno regolare contratto di assunzione con relativi diritti e doveri né tanto meno vi sono tracce dei soldi che mensilmente l datore di lavoro eroga alla badante. Né il datore di lavoro né la badante hanno, infatti, nella stragrande maggioranza dei casi documenti che attestino gli avvenuti pagamenti. Potrebbe, però, capitare che se la badante chiede soldi e minaccia di denunciare bisogni trovare un compromesso. E’ possibile anche che la badante possa citare il datore di lavoro anche fino a cinque anni dopo il termine del rapporto di lavoro dicendo che non ha mai ricevuto stipendi, permessi, ferie, Tfr, tredicesima. Se la badante chiede soldi e arriva a citare il datore di lavoro sostenendo di non aver mai ricevuto nulla o ricevuto molto meno rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale, il datore di lavoro, nel caso in cui non riuscisse a dimostrare il contrario, è tenuto al versamento di quanto dovuto sia per le mensilità di lavoro sia per i contributi previdenziali.
Per tutelarsi dai rischi che comporta l’assunzione di una badante in nero, il datore di lavoro dovrebbe proprio evitare questa strada e scegliere di percorrere quella dell’assunzione regolare per non incorrere in alcuna sanzione, o quanto meno dovrebbe provvedere ad una scrittura privata che riporti i pagamenti effettivamente versati alla badante. Dal canto suo, la badante in nero per tutelarsi dovrebbe chiedere assunzione regolare al datore di lavoro e se non riuscisse ad averla, avere la certezza di pagamenti di stipendi che siano congrui con il lavoro svolto e quanto previsto almeno dal minimo stabilito nel contratto nazionale.
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