La badante esemplare
La badante esemplare
Quasi con certezza possiamo dire che non esiste un “modello” di badante, né un prototipo. La badante o il badante, sono delle figure che non si prestano alla classificazione e alle caratteristiche proprie di altre figure professionali; il loro oscillare tra mondo professionale e mondo familiare li mantiene in una zona di mezzo per cui è anche per noi difficile stabilire quando sia una professione e quando, invece, sia un mestiere. E’ difficile capire quale ruolo debba assumere all’interno di una casa per il semplice fatto che ogni badante è subordinata o subordinato alle esigenze del paziente che assiste, e quindi, non c’è via di scampo, intesa come scappatoia, nel definire la mansioni attribuibili a questo o a quel campo.
La badante intesa come “badante perfetta” non esiste, per il semplice fatto che non esiste un cliente, un paziente “perfetto”: ognuno è singolare nelle proprie caratteristiche e nei propri bisogni, è per questo che determinare le corrette mansioni di una badante è estremamente difficile.
Parlare di una “badante esemplare” significa parlare di qualcosa che non esiste e che rischierebbe di danneggiare l’intera categoria delle badanti, perché la si esporrebbe a dover raggiungere un modello che di fatti non esiste.
Troppo spesso si cade nel tranello di considerare la badante migliore quella disposta a fare tutto ciò che le si chiede, disposta a “chinare il capo” ad ogni richiesta del paziente, e troppo spesso, anche, della famiglia del paziente. Non è così.
Una badante ha comunque una sua formazione, ha un suo margine di azione ed un suo margine di scelta, è libera di fare ciò che ritiene più opportuno fare per l’incolumità e la salute del paziente. Non è una mera esecutrice di ordine, che molto spesso esulano la mansione stessa di badante.
Chi ha la possibilità di vivere con una badante capirà brevemente che proprio l’iniziativa della badante è importantissima, in quanto la fiducia in lei si instaura proprio a partire da ciò che noi non sappiamo fare, a partire dal fatto che in alcune situazioni critiche non sapremmo come agire, mentre lei invece sì.
E’ su questa differenza che si fonda la nostra capacità di scegliere in base ai pre-requisiti delle badanti, che siano il più possibilmente adatte al ruolo da assumere all’interno della famiglia, anziché disperdersi in faccende che non le competono, e che o non le sono richieste, o le sono richieste male. Portare un “esempio” di badante, dunque, è qualcosa che va espulso, poiché lesivo per l’immagine stessa della badante, non essendo una figura professionale come le altre, in cui un margine o una marca basterebbe per individuarne la professionalità come nel caso di un buon direttore delle poste o di banca.
L’unico metro da assumere è l’efficienza che si rispecchia nel benessere del caro assistito dalla badante, è quello l’unico metro di giudizio utile a costruirsi una pur sempre personale, e non generale, idea di “badante esemplare”.
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