La Badante Sue Cose

La Badante e “le sue cose”

Tutti noi siamo portati a dire “la” badante, e mai “il” badante e tutto questo a ragione; di fatti il numero di badanti di sesso femminile è nettamente maggiore, e questo è dovuto al fatto che la cultura occidentale ha da secoli demandato alla donna la cura della casa e delle persone.

Questo assetto ha subito delle modifiche nel corso dei decenni, di fatti, con l’emancipazione femminile nata negli anni sessanta e proseguita sino ad i giorni nostri, oggi a tutti gli effetti la donna ha stabilito, finalmente, la sua parità, e pressoché tutti i campi (sia lavorativo e sociale). Dunque, la cura delle persone care non è stata più accostata alla figura femminile, bensì, dato che il tempo di una giornata è rimasto sempre uguale, il tempo lo si è dovuto impiegare al lavoro ed a ciò che era in quel momento importante, e la cura dei propri cari è passata ad essere un di più rimpiazzabile solo grazie alla nascita di una nuova figura che è quella delle badanti.

L’Italia si è espressa negli anni precedenti per riconoscere come giorno non “di malattia” e/o come “giorno concesso”, il periodo che intercorre mensilmente durante il quale le donne hanno le “loro cose”, ovvero, il ciclo.

I sintomi del ciclo possono essere inficianti, e di fatti, la cosa che più suscita attenzione è vedere come la manifestazione dei sintomi vari di persona in persona. Non è il semplice “star male” o la “spossatezza”, è anche dolore alla schiena, incapacità di compiere sforzi che la quotidianità richiede, è tutto un complesso di cose che fanno sì che la persona non possa svolgere le mansioni che deve svolgere.

Ma questo può essere un pretesto per licenziare la badante, o per congedarla, o per non pagarle quei giorni in cui risulta ai nostri occhi inefficiente? No, nel modo più assoluto. Il mestiere della badante è un mestiere che investe sulla vita delle persone, e non è solo una professione, di fatti, la vita biologica e la vita professionale, soprattutto in lavori come questo dove il fisico è l’unico mezzo, si sovrappongono e bisogna essere tolleranti, allo stesso modo in cui bisogna essere tolleranti quando si sta male e non si riesce a fare quello che si vuol fare. Spetterà alla badante decidere di non prendere servizio quel giorno, oppure di mostrarsi per quello che in quei giorni potrà fare, ma il primo criterio di scelta e di convivenza con una badante, essendo prima di tutto una persona e non un robot che risponde ai comandi, è la tolleranza. Essere tolleranti è il primo passo per farsi curare.

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