Badante convivente ubriaca alcolismo e badanti

L’alcolismo e la badante

Introduzione

Più volte si sente dire la frase “chi non riesce a badare a sé stesso, non può badare agli altri” – ed in parte è vero; ma c’è un’altra parte, però, che viene trascurata: una badante convivente o una badante ad ore, fino a che punto può essere brava, professionale e diligente nel proprio lavoro e allo stesso tempo cedere a vizi e difetti com’è quello dell’alcolismo? Noi di AES DOMICILIO ci siamo domandati questo, ed abbiamo cercato di rispondere a questo interrogativo con maggiore chiarezza, poiché seppur in forma minima il problema è presente, e una situazione del genere crediamo che possa sicuramente inficiare la qualità del servizio prestato, ma prima di tutto danneggiare la persona “badante”.

L’alcolismo è un fenomeno serio e sempre crescente nel nostro Paese, ed a farne le spese sono proprio le fasce più deboli e meno tutelate: l’alcool permette di “pensare poco”, dà la possibilità di “non essere presenti a sé stessi”, fornendo delle fughe fittizie, che poi diventano prigioni.

Affidare i propri cari che di solito sono persone ultraottantenni e deboli in molti aspetti della vita, affidarli a persone altrettanto deboli e non in grado di fronteggiare le difficoltà è come affidare dei bambini ad altri bambini. È per questo che si deve intervenire subito per arginare questo fenomeno, e farlo portandolo a conoscenza.

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Una riflessione su alcuni dati

Uno studio condotto dai dipartimenti di Sociologia delle Università italiane ha stabilito che ben il 18% delle badanti – o di persone che si professano tali – soffrono di disturbi dovuti all’abuso di alcool – dunque 2 badanti su 10!

In realtà questo dato è indice di un quadro ben più grave e da non trascurare cioè la buona salute delle badanti, cioè persone che dovranno andare ad assistere altre persone che non godono di buona salute. Non essere vigili su questo aspetta genererebbe un contraccolpo all’interno della catena assistenziale per cui dei “malati” assistano altri “malati”, non disponendo della lucidità e della energia fisica che il mestiere della badante richiede.

Le agenzie per badanti devono andare ancora più a fondo: perché le badanti riversano i propri problemi in queste fughe dannose per sé e per gli altri? La risposta è data dalla loro vita.

La maggior parte delle badanti sono straniere e provengono da paesi dell’est, queste abbandonano figli, mariti, famiglie per cercare un futuro alternativo, non senza incertezze, non senza precari risultati. Talvolta il mestiere della badante non è una scelta ma un ripiego, e dunque vien fatto con poca perizia, oppure, quando le capacità vi sono, vien fatto con poca dedizione: ciò comporta una gravissima pecca. La badante deve essere vigile al massimo delle sue possibilità e capacità, al fine di intervenire tempestivamente in caso di emergenza e di poter soccorrere la persona di cui si prende cura; l’alcool alterando lo stato psico-fisico della persona ne altera anche la soglia percettiva non riuscendo a comprendere la pericolosità della situazione in cui ci si potrebbe trovare, e, soprattutto, si dovrebbe intervenire.

Come evitare la scelta di una badante alcolista

Sappiamo bene come sia semplice fingere una vita del tutto normale e lontana da qualsiasi difetto e imperfezione: è davvero difficile riconoscere una persona alcolista a meno che non sia andata così talmente in là con la dipendenza da non riuscire più a mascherarla. Basta un po’ di dentifricio, collirio per evitare il dilatamento delle pupille, e la già compressa capacità di parlare la lingua italiana da parte di badanti straniere rende irrintracciabile qualsiasi avvisaglia di ubriacatezza.

Allora: di fronte a queste ‘interpretazioni di normalità’, dove le badanti riescono benissimo a fingere uno stato di salute perfetto e impeccabile, come riuscire a svelare questo punto debole?

Una delle domande fondamentali durante lo “screening” da porre alle badanti – sembra assurdo ma non lo è – è: “sei felice?”. Esattamente: la felicità è una delle motivazioni che più rendono efficiente chi lavora; chi è felice di star svolgendo una mansione, svolgerà tale mansione in modo migliore e più efficiente; chi è felice, se non di svolgere la propria mansione, almeno di tornare a casa e incontrare i propri cari, comunque verrà spinto da un senso di utilità e di operosità attiva che renderà il suo lavoro migliore. Il problema è che talvolta le badanti si ritrovano non solo ad essere insoddisfatte del lavoro che svolgono, ma persino ad essere insoddisfatte della vita che conducono al di fuori del loro lavoro, abbandonate nella loro solitudine, riversando questa loro tristezza nell’alcool.

Se una badante alla domanda “sei felice?” risponderà con titubanza – sebbene sia una domanda che spiazzi sicuramente chiunque! – sarebbe bene approfondire; riuscire a fare qualche domanda più intima come ad esempio se “vive da sola”: infatti le persone che vivono da sole sono molto più inclini a farsi un bicchierino di troppo proprio perché non devono rendere conto a nessuna presenza. Ma la “prova del 9” è data dal comportamento con l’anziano: infatti, se l’anziano non è privo di capacità cognitive, riuscirà sicuramente a notare degli atteggiamenti strani propri di un’ubriaca/ubriaco standovi a contatto, come ad esempio l’incapacità di svolgere attività motorie, o l’assenza mentale nel chiedere delle cose.

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I rischi

Mettersi in casa una persona alcoolista è davvero un rischio altissimo soprattutto se si ritrova ad operare con persone fragili che dipendono in tutto e per tutto da questa: immaginiamo delle situazioni negative:

  1. l’anziano deve assumere dei farmaci ma non è in grado di distinguere bene e chiede aiuto alla badante: se quest’ultima è ubriaca non tarderà a scambiare un farmaco per un altro o un dosaggio per un altro, rappresentando così un alto rischio per la salute dell’anziano;
  2. l’anziano deve alzarsi dal letto con l’utilizzo del sollevatore: utilizzare questo strumento non è una passeggiata e serve attenzione e presenza fisica qualora qualcosa vada storto: una persona ubriaca a malapena si regge in piedi e nel caso in cui dovesse trovarsi pronta ad afferrare l’anziano se lo farebbe sfuggire, rappresentando così un alto rischio;
  3. l’anziano ha bisogno che qualcuno cucini i pasti: immaginiamo che la badante si dimentichi il gas acceso (cosa possibilissima anche da parte di chi non è sotto effetto di alcolici!): il rischio di una possibile “morte” sarebbe altissimo poiché l’alcool annebbia la mente e provoca amnesie.

Licenziamento per ubriachezza

La Cassazione parte dalla premessa che il lavoratore spesso ubriaco mette a rischio la propria persona, poiché l’abuso di alcolici limita la sua capacità di comprendere e prevenire i pericoli e attenua i riflessi. Ciò determina un rischio aggiuntivo sia per sé stesso, sia per i colleghi che in gruppo prestano la propria opera. Per cui, al fine di evitare ciò, laddove non riesca a convincere il lavoratore a Cassazione un episodio isolato non può giustificare la sanzione estrema del licenziamento. È necessario che la condotta sia ripetuta o abituale perché costituisca giusta causa di licenziamento (il singolo episodio, infatti, non è di per sé inteso come violazione disciplinare). In tal senso Cassazione sez. lav. 10.09.2010, n. 19361, ha ritenuto legittimo il licenziamento per giusta causa di un lavoratore al quale era stato contestato in ben 12 occasioni lo stato di ebbrezza sul posto di lavoro.

In precedenza, per Cassazione, Sez. lav., 26/05/2001, n. 7192, nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato, la dipendenza da alcool non è di per sé motivo sufficiente a far venire meno la fiducia del datore di lavoro, essendo necessario accertare di volta in volta la condotta del dipendente, nella concretezza dello svolgimento del rapporto, così come per ogni altro lavoratore, alla stregua degli ordinari criteri stabiliti dalla legge e dal contratto collettivo, al fine di valutare la legittimità o meno della sanzione irrogata (nella specie, la sentenza di merito, confermata dalla Cassazione, aveva ritenuto legittimo il licenziamento irrogato ad un dipendente bancario, avendo accertato che il provvedimento non era stato adottato per il fatto in sé della patologia da cui questi era affetto, ma per taluni comportamenti particolarmente gravi dello stesso dipendente che, ancorché favoriti dal suo stato psichico, avevano comportato discredito e disordine anche nei confronti della clientela).

Cassazione, Sez. lav., 13/02/1997, n. 1314 aveva affermato anche che, nel rapporto di lavoro subordinato, l’assenza dal servizio e l’inosservanza dell’obbligo di comunicazione della medesima non possono costituire giustificato motivo soggettivo di licenziamento quando sono dovute, non già a stati episodici di ubriachezza, bensì a un danno cerebrale, costituente l’esito della prolungata assunzione dell’alcol e dei suoi effetti tossici, poiché in tal caso si verificano le condizioni impeditive dell’adempimento tipiche della malattia. Nella specie, la consulenza tecnica svolta nel giudizio di merito aveva accertato che nel lavoratore si era determinato uno stato di alterazione psichica e di rallentamento dei processi cognitivi, prodromici dell’insorgenza della cosiddetta demenza alcolica.

Conclusione

A questo punto abbiamo compreso come la figura della badante sia una figura “debole” su un piano sociale poiché il più delle volte poco supportata da enti, nonché non trascurabile è il fatto che vivano da sole e lontane dalle proprie famiglie, e che esistono ancora famiglie che non riconoscono il lavoro della badante o della colf convivente o della colf ad ore o della babysitter come una professione, e questo getta ancora di più nello sconforto e nella solitudine. Il punto cruciale, però, è quello di fornire una piena realizzazione della badante almeno nel mondo del lavoro, affinché possa ritrovare nella dimensione lavorativa quella spensieratezza e quell’importanza tale da arginare la “tentazione del bicchiere”. L’alcolismo, come ogni altra dipendenza, va affrontata con l’impegno, la realizzazione e la capacità di esprimere sé stessi: sono queste le chiavi in grado di tenerci sempre in salute e lontani da ogni vizio.

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