Pagarsi la Badante

Pagarsi la Badante: diamo un’occhiata!

La badante non è un vizio per una persona che ne ha bisogno; è qualcosa di necessario.
In questa pagina trovi un approfondimento su quanto costa una badante convivente.

La Costituzione italiana, come sin dalle radici del diritto positivo occidentale, deve garantire ai propri cittadini la sopravvivenza. Una persona anziana senza un aiuto, e affetta da malattie degenerative come l’Alzheimer o il Parkinson, se lasciata a sé stessa rischia di morire in pochi anni: troppo è il dolore e l’incapacità che queste malattie fanno piombare sulla sua vita.

E in Italia solo 2,3 miliardi di euro (l’1,3% della spesa sanitaria totale) sono destinati alle cure domiciliari, con un contributo a carico delle famiglie di circa 76 milioni di euro. L’assistenza domiciliare integrata continua ad avere un ruolo marginale e ad essere fortemente sottodimensionata rispetto ai bisogni dei cittadini: è inoltre diffusa a macchia di leopardo in Italia. Recentemente ha rinnovato la sua offerta anche il gruppo Allianz che tra l’altro per primo ha lanciato uno spot che parla del problema della non autosufficienza.

«Come è emerso dalle nostre ricerche di mercato, il problema della non autosufficienza in Italia è ancora poco sentito a causa della poca informazione su un tema così importante. Prevalgono allora le false convinzioni – spiega Roberto Felici, responsabile marketing di Allianz Italia –, che poi si infrangono dolorosamente alla prova della realtà, quando ci si trova ad assistere una persona cara».

I costi della non autosufficienza sono importanti, in media 2mila euro al mese per dieci anni, e il problema oggi riguarda 3 milioni di italiani.

Si dividono in due categorie: polizze malattia e polizze vita (che possono essere a “vita intera” e “vita temporanea”). Le polizze malattia prevedono il rimborso delle spese mediche sostenute, nei limiti di un massimale previsto dal contratto. Polizze vita, di cui ci siamo occupati in questo confronto, sono invece contratti che garantiscono esclusivamente il pagamento di una rendita in caso di perdita dell’autosufficienza (ma che possono fornire anche servizi sanitari aggiuntivi, soprattutto nelle formulazioni più recenti). Una delle questioni più critiche di questi contratti è la dichiarazione dello stato di non autosufficienza. Le compagnie generalmente per appurare se la non autosufficienza denunciata dall’assicurato sia tale da fare scattare la rendita si basano sulla capacità dell’assicurato di compiere le normali attività quotidiane (mangiare, lavarsi, vestirsi/svestirsi e muoversi e svolgere le funzioni fisiologiche).

Il riconoscimento avviene in base al raggiungimento di un certo punteggio e in molti casi solo se l’assicurato non riesce in tre delle quattro attività (oppure di 4 su sei).

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