spese della badante

Le spese della badante

Le spese della badante

L’Italia invecchia. Secondo le stime, tra 25 anni, un italiano su tre avrà più di 65 anni. Al di là del problema che questo dato costituirà per l’Inps e della necessità di trovare nuove risorse per non far implodere il sistema pensionistico, c’è anche un altro fattore da non sottovalutare: la spesa per l’assistenza agli anziani e, in particolar modo, alle persone non autosufficienti. Una spesa che già oggi numerose famiglie sono chiamate ad affrontare. Ecco perché una proposta di legge presentata dal Pd (per iniziativa dei deputati Misiani e Carnevali) propone modifiche al Testo Unico delle imposte sui reddito, aumentando le detrazioni fiscali per chi ha un familiare non autosufficiente a carico. Per maggiori info visita anche la pagina: Tariffe Badanti.

Se è vero – come sostiene l’Istat – che ben 3,2 milioni di persone di età superiore a sei anni hanno limitazioni funzionali gravi, di cui 2,5 milioni (pari all’80,2% del totale) sono anziani over 65 (dati 2013), è anche vero che il sistema delle detrazioni fiscali deve essere riformato. Ecco che allora il ddl prevede un aumento delle detrazioni fiscali per le spese per la badante.

Ecco in particolare cosa potrebbe cambiare se il testo dovesse essere approvato dalla maggioranza parlamentare. Per ampliare la portata dell’agevolazione Irpef si prevede di aumentare:

  • l’aliquota della detrazione attualmente è al 19%; con la modifica passerebbe al 30% (quasi un terzo in più di risparmio sulle tasse);
  • la spesa complessiva detraibile che, dagli attuali 2.100 euro, passerebbe a 15.000 euro (un livello simile alla retribuzione lorda contrattuale di una badante a tempo pieno);
  • il limite di reddito imponibile dell’avente diritto: dagli attuali 40.000 a 55.000 euro (la soglia massima del terzo scaglione dell’IRPEF). Il che amplierebbe anche la platea dei beneficiari della detrazione fiscale per la badante.

Una norma di coordinamento permette inoltre di salvaguardare la possibilità, per i familiari che abbiano a carico una persona non autosufficiente oppure che siano civilmente obbligati (articolo 433 del codice civile), di godere del beneficio fiscale nel caso abbiano sostenuto direttamente la spesa nell’interesse del familiare.

La riforma inoltre introduce un nuovo interessante beneficio. Attualmente le famiglie che hanno una badante devono pagare a quest’ultima la malattia. Difatti la categoria dei lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari non beneficia dell’indennità di malattia a carico dell’Inps.

Questa esclusione, oltreché profondamente ingiusta sul piano dell’equità sociale, si traduce in un aggravio delle spese a carico della famiglia (è infatti il datore di lavoro a doversi far direttamente carico, per un periodo di tempo che varia in funzione dell’anzianità di servizio, della corresponsione diretta della retribuzione al lavoratore o alla lavoratrice assenti perché malati). Ecco perché la riforma prevede anche che l’indennità di malattia sia corrisposta a carico dell’Inps ai lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari, nonché ai lavoratori addetti a servizi di riassetto e di pulizia dei locali.

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