Badanti e libretto di famiglia

Il libretto di famiglia: cos’è?

Il mestiere della badante può essere, a volte, un mestiere praticato con poca continuità. Non sempre gli anziani necessitano di una presenza costante all’interno dell’abitazione, né tantomeno si sentono in dovere di poter assumere una badante, ma date le occasionali esigenze che si possono presentare nel corso dei mesi, è preferibile avere il cosiddetto “numero di telefono” della badante da chiamare al bisogno; magari quando non si è particolarmente in forma, oppure quando si è appena usciti da un periodo di convalescenza, e non volendo troppo gravare sulla vita dei figli (vita già troppo martoriata dai mille impegni) si preferisce farsi aiutare da figure altre.

Ma queste figure vanno pur pagate, ovviamente scadendo nel meccanismo del pagamento a nero; allora, come fare per prevenire ciò e mantenersi in regola, senza tuttavia piegarsi alle regole di un’assunzione fissa? Semplice: la risposta è il cosiddetto “Libretto di Famiglia”.

Il libretto di famiglia a cosa serve?

Il libretto famiglia, come abbiamo detto, è una delle due diverse modalità di utilizzo delle prestazioni di lavoro occasionali. Il libretto famiglia, detto anche Lf, è la modalità di utilizzo delle prestazioni occasionali per i committenti che non esercitano attività d’impresa o professionale: possono servire, ad esempio, per retribuire ripetizioni private, servizi domestici e di assistenza, babysitting, e similari, purché saltuari.

Più precisamente, attraverso il libretto famiglia si possono retribuire:

  • lavori domestici, inclusi i lavori di giardinaggio, di pulizia o di manutenzione;
  • assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità;
  • insegnamento privato supplementare.

Il libretto famiglia è composto da titoli di pagamento, il cui valore nominale è fissato in 10 euro, utilizzabili per compensare prestazioni di durata non superiore ad un’ora.

Il valore nominale di 10 euro è così suddiviso:

  • 8 euro per il compenso a favore del prestatore;
  • 1,65 euro per i contributi previdenziali alla Gestione separata Inps;
  • 0,25 per il premio assicurativo (infortuni e malattie professionali) Inail;
  • 0,10 euro per il finanziamento degli oneri di gestione della prestazione di lavoro occasionale e dell’erogazione del compenso al prestatore.

Libretto di famiglia e normativa

La normativa che ha istituito il libretto famiglia, per attivare le prestazioni di lavoro occasionali devono essere rispettati i seguenti limiti economici, riferiti all’anno di svolgimento della prestazione lavorativa

  • per ciascun lavoratore, con riferimento alla totalità degli utilizzatori, i compensi non possono superare i 5.000 euro;
  • per ciascun utilizzatore, con riferimento alla totalità dei lavoratori, i compensi non possono superare i 5.000 euro;
  • per le prestazioni complessivamente rese da ogni lavoratore per il medesimo utilizzatore, i compensi non possono superare i 2.500 euro.

Questi importi sono riferiti ai compensi percepiti dal lavoratore, ossia al netto di contributi Inps, premi assicurativi Inail e costi di gestione. Per maggiori informazioni leggi l’articolo quanto costa una badante.

La soglia limite, con riferimento a ciascun utilizzatore riguardo alla totalità dei lavoratori, è calcolata sulla base del 75% dell’importo dei compensi, se il lavoratore appartiene alle seguenti categorie:

  • titolari di pensione di vecchiaia o di invalidità;
  • giovani con meno di 25 anni di età, se regolarmente iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi
  • ordine e grado oppure a un ciclo di studi presso l’università
  • disoccupati;
  • percettori di prestazioni a sostegno del reddito, o del reddito d’inclusione (rei o sia).

Le prestazioni hanno un limite di durata pari a 280 ore nell’arco dello stesso anno; inoltre, devono essere rispettati il riposo giornaliero, le pause e i riposi settimanali secondo le previsioni del decreto sull’orario di lavoro.

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