figli badanti

Figli Assunti come Badanti

Siamo soliti vedere come badanti persone estranee al nucleo familiare: sono principalmente persone straniere ma anche qualche figura italiana.

Ora vediamo come e se possibile diventare badanti dei propri cari.

Secondo l’INPS (Circ. 179/1989) nel caso in cui i soggetti del rapporto di lavoro siano coniugi, parenti entro il 3° grado ed affini entro il 2° grado conviventi con il datore di lavoro il rapporto si presume gratuito e quindi è escluso l’obbligo assicurativo a meno che le parti non forniscono prove specifiche dell’onerosità della prestazione della sua natura subordinata.

L’INPS ha spesso sostenuto la gratuità delle prestazioni svolte dai familiari dei datori di lavoro: ciò è basato sul fatto che secondo l’istituto il rapporto di lavoro subordinato con il familiare è fittizio e pretestuoso in quanto posto in essere solo per garantire al dipendente i contributi previdenziali e, dunque, la maturazione dei requisiti pensionistici.

A tal proposito è intervenuta la Cassazione con sentenza n. 4535 del 2018 affermando che possono  esistere tra familiari rapporti di lavoro qualora sussistano gli elementi oggettivi propri del rapporto di lavoro subordinato.

Questa pronuncia ci dice che è onere dell’Ente dimostrare che il rapporto di lavoro tra i familiari non esiste ed è svolto a titolo gratuito, ovvero, che il datore di lavoro non esercita i suoi poteri nei confronti del dipendente-familiare.

Per cui concludendo possiamo affermare che il figlio può essere assunto come badante dai genitori a patto che sussistano:

  • Regolare contratto di lavoro subordinato
  • Il pagamento dello stipendio esposto in busta paga
  • Il versamento dei contributi previdenziali

Un figlio può essere assunto dai genitori come badante, ma attenzione ai controlli dell’INPS e al fatto che il genitore sia non autosufficiente.

E non solo il figlio anche un altro familiare può essere assunto come badante e colf.

Però la domanda di assunzione della badante deve essere vagliata dall’INPS perché si tratta di casi molto particolari e limite.

Ma in alcuni casi l’istituto accoglie queste richieste, a patto che si tratti di lavoro regolarmente retribuito e con regolare busta paga e contribuzione versata.

Ma deve avvenire secondo le regole con regolare contratto, con busta paga e con il versamento degli stipendi (che sia dimostrabile) e dei contributi.

Ovviamente in questi casi l’INPS potrebbe voler controllare che tutto sia veramente in regola e in questo caso sia il datore di lavoro (genitore) che il dipendente (il figlio) dovranno poter dimostrare che la prestazione è resa dietro il pagamento di un compenso.

 

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