Famiglie alla Ricerca della Badante

Le Famiglie alla Ricerca della Badante

Il 76,4% delle famiglie che hanno bisogno di colf, il 70,8% di quelle alla ricerca di badanti e il 61,6% di quelle che cercano baby-sitter si rivolgono ad amici, parenti, conoscenti per selezionare la persona giusta.

Dunque, non canali specializzati come agenzia per il lavoro o piattaforme online – spiega il report – ma la rete “di prossimità” costituita dalle conoscenze dirette. Questo perché i canali ufficiali sono considerati poco accessibili o costosi. Inoltre, nella stessa logica della prossimità, spesso anche un lavoratore domestico già impiegato nella famiglia diventa un canale di ricerca (nel 19,2% dei casi per assumere una colf; nel 16,7% per cercare badanti).

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L’82% delle famiglie che ha assunto una colf è soddisfatto del lavoratore o della lavoratrice. La percentuale di soddisfazione decresce quando si tratta di badanti: ben il 33,8%, cioè 1 famiglia su 3, non può dirsi soddisfatta delle qualità professionali della persona individuata. Nel caso delle baby sitter, al 76,2% di famiglie soddisfatte si contrappone quasi un quarto di insoddisfatte.

Sono i datori di lavoro più giovani (under 55) ad essere meno soddisfatti della scelta fatta: il 22,7% nel caso di colf; addirittura il 41% per badanti.

Meno della metà delle famiglie in cui è presente un anziano o una persona non autosufficiente ricorre a forme di assistenza pubblica. Tra gli strumenti più utilizzati, il Censis ha individuato l’indennità di accompagnamento (42,1%); mentre le altre tipologie restano tutte sotto la soglia del 10%. Si tratta, in particolare, dell’assistenza domiciliare integrata in alternativa al ricovero in ospedale: a seguire un programma di interventi sanitari e sociali a domicilio è solo l’8,2% degli intervistati. Appena il 3,9% accede invece all’assistenza domiciliare programmata, ovvero un servizio che è il medico di medicina generale ad effettuare presso il domicilio di un paziente. Tuttavia – evidenzia il report -, i pochi che accedono a questi servizi sono soddisfatti: rispettivamente per l’assistenza integrata e programmata l’esperienza è positiva nel 76,7% e nel 72,7% dei casi. Invece, soltanto il 35,4% di chi ha accesso all’indennità di accompagnamento esprime una valutazione positiva.

Ma cosa vorrebbero le famiglie che convivono con la non autosufficienza tutti i giorni?

Il 36,3% chiede un contributo economico che le metta nelle condizioni di impiegare un assistente familiare; in alternativa, le famiglie vorrebbero portare in deduzione il totale del costo sostenuto per il personale domestico impiegato (35,5%) nelle dichiarazioni dei redditi. Il 14% delle famiglie preferirebbe invece ricevere servizi personalizzati erogati da personale della ASL, del Comune o di enti autorizzati e accreditati. A seguire, l’11,5% vorrebbe un contributo economico pubblico senza vincoli di utilizzo e solo il 2,7% preferirebbe ricevere un contributo che vada invece a sostenere il reddito di un caregiver.