L’autoisolamento Delle Badanti
In questi mesi – o meglio, negli ormai mesi trascorsi – tutti noi abbiamo fatto i conti con l’isolamento; una parola che fino a qualche tempo fa ci sembrava presente soltanto nei libri di scuola. Ne abbiamo capito la portata, la pesantezza, l’inderogabilità: abbiamo capito cosa significa essere soli – che poi da questa esperienza ognuno ne tragga il bene è tutt’altro discorso. Infatti si è convinti che proprio questa esperienza inedita di isolamento non abbia apportato alcun grado superiore delle nostre coscienze, ci siamo limitati a dire “questo non lo posso fare”, anziché chiederci il “perché”, e così crescere.
Ma avranno la maturità necessaria anche le badanti? Infatti i casi delle badanti che ritornano dall’est sono ora al centro del dibattito comune; nessuno sa come muoversi realmente, nessuno sa cosa fare sul serio: da una parte discoteche piene, dall’altra badanti che vengono trattate come untrici: insomma, il caos.
Dall’obbligo di autodichiararsi, al rientro dal proprio Paese d’origine, fino alla profilassi con due tamponi e al la verifica dell’idoneità dell’alloggio, per trascorrere i quattordici giorni di quarantena in autoisolamento.
La Regione ha confermato tutti i paletti che vengono imposti alle collaboratrici familiari che tornano in Italia, dopo la firma del governatore Stefao Bonaccini. In aereo, in automobile, per mare, in treno o in bus, le badanti dovranno sottoporsi ad alcuni esami anti Covid specifici. L’ordinanza della Regione arriva dopo giorni di serrati confronti tra le istituzioni, sul tema, e proprio in mezzo a una recrudescenza estiva del virus. Ragion per cui ogni ulteriore cautela non è assolutamente superflua.
L’atto prevede che, vista l’attuale situazione epidemiologica, per le assistenti familiari che rientrano al lavoro e che provengono da Romania, Bulgaria o altri stati extra Ue o extra Shengen, persista l’obbligo per le stesse badanti di autodichiararsi ai fini dell’autoisolamento di 14 giorni al dipartimento di Sanità pubblica competente per territorio. Una volta ricevuta la comunicazione dall’assistente familiare, il personale dell’Ausl contatterà la persona interessata e pianificherà l’esecuzione del primo tampone all’arrivo e del secondo tampone al settimo-decimo giorno o, comunque, entro la fine del periodo di isolamento.
“Il dipartimento verificherà, inoltre – spiega la Regione Emilia-Romagna – le modalità di ingresso in Italia e l’idoneità dell’alloggio dell’assistente familiare, per consentire un adeguato isolamento. Se queste condizioni non ci saranno, il dipartimento provvedera’ ad alloggiare l’assistente familiare nelle strutture alberghiere convenzionate, con costi a carico delle istituzioni”.
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