La figura della badante nell'arte: Kristina Norman, Lighter Than Woman

La figura della badante nell’arte: Kristina Norman, Lighter Than Woman

AES DOMICILIO (assistenza anziani) ha sempre mantenuto alta l’attenzione sulla presenza della badante nelle forme artistiche, e su come, tale figura, per quanto marginale sia, sia diventata una presenza costante nelle nostre case.

Partendo da questo assunto, l’autrice Kristina Norman ha voluto intrecciare un fil rouge tra lo spazio, quello lontanissimo e senza respiro, quello visto e scongiurato dagli astronauti, e lo spazio domestico delle badanti, che vivono lontane dal proprio, di spazio.

Un’idea ardita, forte, è giusto segnalarla entrando nel dettaglio, riportando alcuni stralci di un’intervista rilasciata qualche giorno fa da parte dell’autrice, che vede il suo documentario essere protagonista al Santarcangelo Festival.

“Potrebbe sembrare assurdo, ma questo lavoro parla di badanti e di Samantha Cristoforetti, prima donna italiana andata nello spazio. L’accostamento è nato proprio da un paradosso. È affascinante vedere come le donne immigrate si facciano carico di persone anziane, a volte sollevando letteralmente il corpo di altri, e si precludano la possibilità di prendersi cura dei propri famigliari. In questo senso penso che le badanti siano un fenomeno incredibilmente poetico. È arrivato quasi spontaneo pensare all’assenza di gravità di una donna italiana che migra verso un’altra condizione fisica. Per quanto diverse, c’è un filo conduttore in queste storie.

Lighter Than Woman, dunque, affronta la gravità e tenta di sconfiggerla. Mi incuriosiva soprattutto constatare come questa tipologia di lavoro fosse ricoperta principalmente da donne.

Una badante ha una missione: salvare la sua famiglia dalla povertà.

Migra verso un Paese straniero come un’astronauta che, a sua volta, ha come scopo di vita quello di migrare nello spazio per raggiungere l’assenza di gravità. Una badante lascia la sua casa, i suoi affetti, la sua carriera, la sua vita, ritrovandosi nello stesso status aleatorio di un cosmonauta, sospesa nel mezzo, sentendo inevitabilmente di non appartenere a nessun luogo, percependo la condizione emotiva tipica del migrante. In seguito ho approfondito studi che mostravano l’Italia come una delle società più emancipate.

E per me tutto si è fatto più chiaro: le badanti a poco a poco sono diventate un sottoprodotto dell’emancipazione femminile, assumendo un ruolo che prima apparteneva alle donne italiane. Alla fine della mia ricerca la situazione, quindi, mi appariva molto più complessa.

Molti di noi vivono la condizione delle badanti: l’essere in una zona grigia dell’esistenza, non del tutto sicuri del futuro prossimo, dove i nostri luoghi di lavoro diventano le nostre case e le nostre case i nostri luoghi di lavoro.

È difficile da evitare, specialmente per una donna. Metaforicamente, l’unica a poterlo fare, forse, è Samantha Cristoforetti. Lei, icona dell’emancipazione della donna italiana”.

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