La badante e la pensione anticipata
La pensione, negli ultimi tempi, è diventato un argomento di discussione in tutti i governi che si sono susseguiti in questi ultimi anni; di fatti, però, la chiarezza è venuta sempre meno. Dalla pensione anticipata, alla quota 100, alla Legge Fornero, è stato, insomma, un continuo girare a vuoto.
Come funziona la pensione anticipata per le badanti?
Come funziona la possibilità di accedere alla pensione anticipata da parte di colf, badanti e casalinghe? È possibile per questi lavoratori domestici usufruire dell’opportunità di smettere di lavorare anticipatamente? Per alcune delle categorie di lavori domestici è possibile avere diritto all’Ape Social e ci sono varie possibilità di accedere alla pensione anticipata. Questo significa che molte persone possono smettere di lavorare in anticipo per dedicarsi serenamente alla famiglia o ad altre occupazioni, a seconda delle esigenze personali.
L’Ape Social è prevista infatti anche per chi svolge un lavoro domestico e si ritrova ad essere disoccupato successivamente ad un contratto a termine. In questa situazione è fondamentale aver effettuato almeno 18 mesi di occupazione nel corso degli ultimi 3 anni. Inoltre un ulteriore requisito è quello di aver usufruito della Naspi. Anche chi svolge un lavoro domestico, infatti, può avere la Naspi se negli ultimi 4 anni ha almeno 13 settimane di contributi e 30 giornate di lavoro nel corso dell’anno.
Per questo motivo anche badanti e colf possono accedere all’Ape Social se fanno parte delle categorie descritte. La situazione è disciplinata da norme ben precise, ma questi lavoratori sono iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e per questo motivo possono risultare beneficiari dell’Ape Social.
È opportuno notare anche un ulteriore vantaggio che riguarda colf e badanti. In molti casi si tratta di donne e per questo l’accesso alla pensione anticipata può essere molto più semplice, perché è previsto un vero e proprio bonus di contributi grazie all’Ape rosa, uno sconto sulla possibilità di accedere alla pensione di ben due anni.
Le regole non sono uguali anche per le casalinghe, il cui fondo non rientra nell’assicurazione generale obbligatoria ed è una gestione previdenziale a parte. Bisogna fare quindi attenzione a non confondere le due situazioni. I contributi versati all’interno del fondo casalinghe non prevedono la possibilità di destinare una parte per coprire i rischi derivanti dal periodo di disoccupazione.
È opportuno ricordare anche che, per colf e badanti che lavorano all’estero, nei contributi utili per l’Ape Social possono rientrare anche quelli per il lavoro in Paesi europei o che abbiano una convenzione con il nostro Paese, a patto che la persona interessata faccia un’apposita richiesta per la totalizzazione.
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