Intervista alla badante Lena
(tutti i nomi presenti nella seguente intervista sono frutto di fantasia del nostro operatore, il quale ha realmente intervistato una badante che ha concesso di pubblicare la propria storia; i nomi non solo di persone ma anche di località sono fittizi al fine di tutelare il più possibile la privacy delle persone intervistate)
INDICE:
AES: Innanzitutto grazie per questa opportunità!
Lena: Grazie a voi per questa opportunità!
AES: Iniziamo subito: da quanto tempo svolgi il mestiere di badante?
Lena: Da circa 12 anni.
Il lavoro di badante: la premessa
AES: Come hai iniziato?
Lena: Ho iniziato per caso. Io sono svizzera e spesso venivo in Italia in vacanza, ma anche a trascorrere dei week-end piacevoli con la mia famiglia.
AES: Ma come ti sei ritrovata a fare proprio la badante?
Lena: Un giorno siamo venuti al mare in Italia con la mia famiglia. Avrò avuto 22 o 23 anni, e ricordo che in spiaggia c’era una signora anziana, vicina di ombrellone nostro.
AES: Quindi sei andata al mare in vacanza ed hai trovato lavoro?
Lena: No. Questa Signora si lamentava che sua sorella era rimasta sola e che non si fidava di mettersi una persona sconosciuta in casa.
AES: E perché non hanno optato per il trasferimento in una struttura?
Lena: Perché la Signora era contraria a finire in un ospizio.
AES: E poi cosa è successo?
Lena: E’ successo che io erano anni che andavo in quel mare lì, ed in quella spiaggia lì e quella signora mi aveva praticamente visto crescere e si fidava ciecamente di me e della mia famiglia. Io ero in cerca di lavoro, e fu lei a propormi di andare a stare per un periodo dalla sorella ed aiutarla nelle faccende di casa.
AES: Quindi i tuoi hanno appoggiato questa scelta?
Lena: Sì appoggiarono questa scelta anche perché non avevano alternative.
AES: In che senso?
Lena: Mio padre era operaio e non aveva certamente la possibilità di assicurarmi un lavoro da qualche altra parte.
Il lavoro di badante: l’inizio
AES. Così hai optato per andare dalla signora.
Lena: Si. Era la prima volta che mi allontanavo così tanto da casa mia.
AES: Ma ci hai detto che in Italia venivi spesso o sbaglio?
Lena: Si ma era la prima volta che mi allontanavo da sola, senza la mia famiglia, e soprattutto lontana da tutti i miei amici ed il mio fidanzato.
AES: E’ stata dura abbandonare la vita che facevi?
Lena: E’ stata durissima. Considera che io ero giovanissima e la mia vita si alternava tra il mio fidanzato e casa mia con i miei fratelli e le mie sorelle. Pranzo e cena servita, e solo lunghe giornate di relax!
AES: Caspita! Come hai affrontato questo cambiamento?
Lena: Nell’unico modo possibile: ho abbassato la testa e mi sono detta che ero cresciuta per condurre quella vita che stavo conducendo.
AES: Il tuo fidanzato come reagì?
Lena: Reagì malissimo, ricordo ancora la litigata che ci facemmo quella sera appena gli dissi che da lì a poco sarei partita per lavoro.
AES: Tu gli dicesti il lavoro che saresti andata a fare?
Lena: Si glielo dissi subito, e che non c’era da preoccuparsi. Ma la distanza era enorme.
AES: Quanto distava da casa tua?
Lena: Distava più di dieci ore.
AES. Un viaggio infinito.
Lena: Esatto!
AES: Soprattutto per un ragazzo, immagino.
Lena: Si eravamo coetanei.
AES: E come andò a finire?
Lena: Stemmo insieme per pochi mesi, poi ci lasciammo.
Il distacco dalla famiglia
AES: E le tue sorelle ed i tuoi fratelli?
Lena: Con loro il distacco fu più facile.
AES: Perché?
Lena: Perché io ero la figlia più piccola ed ho visto tutti più o meno andare e venire da casa; ero rimasta solo io a casa. Una casa enorme tutta per me.
AES: I tuoi fratelli dove erano?
Lena: Tutti lavorano in Svizzera, nessun escluso: chi come infermiere, chi come ingegnere; la pecora nera ero io!
AES: Ma no, dai! Quale pecora nera!
Lena: EH purtroppo mi spiace dirlo ma era proprio così!
AES: Perché?
Lena: I miei non vedevano di buon occhio questo mio stare a casa senza progetto e senza alcuna voglia di far niente. Ma non era vagabondaggio era che non avevo progetto su cui lavorare!
AES: Quindi la proposta della Signora fu una manna dal cielo!
Lena: Sì, fu una vera e propria buona notizia.
AES: Hai avuto dei dubbi?
Lena: All’inizio no.
AES: In che senso?
Lena: Ecco di solito..
AES: Scusami se ti interrompo: di solito è proprio all’inizio il momento del dubbio o sbaglio?
Lena: Esatto. Ma per me non era un’esperienza lavorativa mi sembrava di proseguire la mia vacanza altrove.
AES: In che senso?
Lena: Nel senso che avevo visto questa occasione più per visitare un posto nuovo e conoscere nuova gente che per assistere una signora.
AES: E invece?
Lena: E invece a farmi cambiare idea ci pensarono i miei genitori, i quali invece presero la cosa molto sul serio, e mi fecero una specie di lavaggio del cervello fino a che non ebbero la conferma che anche io stessi intraprendendo questa cosa con serietà.
AES: Ed avevano ragione?
Lena: No.
AES: Come? Ci spiazzi se ci dici così!
Lena: No perché mi bastò fingere di aver capito la lezione.
AES: E invece non avevi capito niente.
Lena: Bravissimo.
Le prime difficoltà
AES: Come sono andati i primi giorni?
Lena: Molto traumatici.
AES: Raccontaci meglio.
Lena: Intanto il posto in cui abitava questa signora era un paesino sperdutissimo e puoi immaginare come per una persona muoversi senza macchina sia estremamente difficile.
AES: Sì, posso immaginarlo e come.
Lena: Quindi ero costretta a restare lì.
AES: Come hai fatto poi a svincolarti.
Lena: Non mi sono svincolata ho continuato il mio percorso.
Il rapporto tra badante ed anziana
AES: La Signora come era?
Lena: Era molto gentile, mi trattava come una specie di nipotina. Ma poi iniziarono le vere mansioni ed i veri compiti.
AES: Cioè?
Lena: Io non avevo mai assistito una persona soprattutto nelle faccende intime.
AES: Provasti tanto imbarazzo?
Lena: SI, tantissimo. Fu proprio la Signor a sbloccarmi ed a farmi capire che non c’era niente di male e che avrei dovuto vederla anche io come una nonna un po’ più grande.
AES: E fu così?
Lena: Decisamente no.
AES: Perché?
Lena: I giorni passavano e più passavano più il mio imbarazzo aumentava, sino a che non resistetti più.
La fuga
AES: E cosa facesti?
Lena: Scappai via, di corsa, come non avevo mai fatto.
AES: Senza avvertire nessuno?
Lena: No.
AES: E dove andasti?
Lena: Me ne andai a casa.
AES: E i tuoi genitori come accettarono questo tuo ritorno?
Lena: Ma non andai a casa dei miei genitori, andai a casa del mio ragazzo!
AES: E non vi eravate lasciati?
Lena: Sì, ma non sapevo dove andare.
AES: E lui appena ti vide che fece?
Lena: Rimase a bocca aperta, ma mi abbraccio subito.
AES: Non stava aspettando altro.
Lena: Aveva capito senza che io gli dicessi niente.
AES: Cosa ti disse.
Lena: Mi disse subito che questa non era una vita adatta a me, che non era il caso di fare questo lavoro e che per me c’erano una marea di lavori che non stavano che aspettandomi.
AES: E lui che fece?
Lena: E qui arriva l’ennesima delusione.
AES: Cioè?
Lena: Nei mesi in cui ci eravamo separati mi confessò che stesse frequentando una nuova ragazza. Al che io gli chiesi perché mi avesse aperto la porta di casa.
AES: E cosa rispose?
Lena: Rispose che non avrebbe potuto mai lasciarmi fuori.
Il ritorno
AES: A quel punto cosa hai fatto?
Lena: Ho rifatto il mio borsone e sono ripartita.
AES: Per dove?
Lena: Di nuovo dalla Signora!
AES: Non ci credo!
Lena: Sì!
AES: E ti apri la porta anche lei?
Lena: Sì, le dissi che non ero stata bene, ma…
AES: Ma cosa?
Lena: Non chiamò nessuno quando non mi vide a casa. Anche lei aveva capito.
AES: E cosa cambiò da allora?
Lena: Tutto!
AES: Raccontaci!
Lena: Intanto mi fece trovare un’automobile solo per me. Me la regalò con la scusa di andare a farle delle faccende fuori città.
AES: Poi?
Lena: Mi aumentò di cinquecento euro la paga.
AES: Caspita!
Lena: E mi diede un suo vecchio appartamentino dove poter restare!
AES: Che è questo?
Lena: Esattamente!
AES: E quindi da allora non sei andata più via?
Lena: No! Non ho fatto più niente da allora, ma sono rimasta qui, ed ora ho anche un ragazzo!
AES: E con la Signora come va?
Lena: Posso dirlo?
AES: Certo!
Lena: Non è più una nonna per me, ma una mamma!
AES: Grazie mille per questa bella intervista, Lena.
Lena: Grazie a voi per avermi dato la possibilità di esprimermi!