intervista badante wada

Intervista alla badante Wanda

Intervista alla badante Wanda

(tutti i nomi di persona, luoghi ed d’altro – tranne, nella presente, il riferimento alla Sicilia – citati nella presente intervista sono frutto della fantasia, per tutelare la privacy delle persone realmente intervistate da un membro del nostro team, che si è recato personalmente dalla badante intervistata)

INDICE:

Wanda: Prego, entrate..

AES: Innanzitutto grazie per la sua ospitalità…

Wanda: Grazie a voi, mi sento una persona famosa..

AES: Perché?

Wanda: Perché nessuno ha mai voluto farmi una intervista

AES: Iniziamo subito: come ti chiami?

Wanda: Mi chiamo Wanda e vengo dalla Sicilia

 

Il lavoro di badante

AES: Che lavoro svolgi?

Wanda: Faccio la badante

AES: Da quanto tempo?

Wanda: Da 16 anni

AES: Come hai iniziato a fare la badante?

Wanda: Ho iniziato per caso. Nessuno mi aveva mai detto che fosse anche possibile fare questo mestiere.

AES: Ma perché?

Wanda: In Sicilia, anni fa, non era nemmeno pensabile poter fare la badante, proprio perché, di solito, i propri cari ammalati, si assistevano solo ed esclusivamente in famiglia.

AES: Ma questo è anche molto difficile. Molte famiglie non riescono e non perché non vogliono, ma perché non possono. Dovrebbero smettere di lavorare, e di far tutto.

Wanda: E’ vero, ma in Sicilia, il concetto di famiglia non si limita il proprio nucleo familiare. Infatti i cugini sono come fratelli, le zie come seconde mamme, le nonne sono sorelle: insomma è tutto più vicino e tutto più legato.

AES: Va bene, ma poi si decide sempre una persona che dovrà assistere l’anziano…

Wanda: Sì, ma certamente sarà molto più difficile non trovare nessuno. Ti faccio un esempio: se una signora anziana non può più vivere da sola, questa faccenda non riguarderà solo i figli della signora anziana, ma anche i nipoti, cioè, i figli dei suoi figli, ed i suoi parenti. Insomma è tutto più grande.

AES: E secondo te è un bene o è un male.

Wanda: Secondo me è un bene. Nessuno può voler bene a una persona, ad una nonna come le può voler bene una figlia o una nipote.

AES: E ma qui caschiamo a pennello per la prossima domanda.

Wanda: Ditemi pure, anche se già la so…

AES: Noi te la facciamo lo stesso: se dici che nessuno può voler bene ad una persona come un parente, stai dicendo che tu non vuoi bene e non assisti con le stesse cure di una parente la signora che stai assistendo, o sbaglio?

Wanda: Sbagli per due motivi!

AES: Bene, ascolto!

Wanda: Il primo motivo è che non ho detto che una persona fuori dalla famiglia non assista bene una persona (anzi! A volte grazie alle sue competenze certamente, se in affetto viene meno, in efficienza vale di più), ma che una persona vicina all’anziano gli darà sicuramente maggiore sicurezza, o affetto…

AES: E il secondo motivo?

Wanda: Il secondo motivo è che la persona che assisto è la cugina di mia nonna!

AES: Ahaahhaha…

Wanda: Ahahaha, è così…

AES: E come ti sei trovata qui?

Wanda: Lo zio di mia madre emigrò a Torino quando aveva vent’anni, e li fece famiglia. Ogni tanto scendeva in Sicilia con le sue figlie, le cugine di mia madre, e legarono un rapporto bellissimo. Tuttora si sentono. Un giorno al telefono si lamentava con mia mamma, dicendole che era in cerca di una persona che le facesse compagnia, e l’aiutasse nelle faccende domestiche (ma anche personali).

AES: E tua mamma propose te…

Wanda: Sì, anche perché allora ero disoccupata, e non lavoravo già da un bel pezzo.

AES: E come te lo dissero?

Wanda: Così! Dalla sera alla mattina. Preparai le valigie e partii.

AES: Avevi svolto prima d’allora mansioni di questo genere?

Wanda: Sì, avevo lavora in una clinica, ma non come infermiera né come inserviente: ero una segretaria. Tuttavia, capitava non poche volte che dessi una mano ai capi reparto, alle persone addette; e non ti nascondo d’averne viste di tutti i colori.

 

Il rapporto tra badante ed anziana

AES: Come fu il tuo approccio con la Signora?

Wanda: Ma cosa dirti: Zia Marica veniva in Sicilia da noi, io la ricordavo da piccolina, e non avrei mai potuto immaginare l’evoluzione del tempo nei miei giorni!

AES: Quali furono i problemi che ti investirono?

Wanda: Ma in primis l’imbarazzo…

AES: In che senso? Se era così una figura di famiglia, l’imbarazzo dovrebbe venire meno.

Wanda: E’ proprio qui che sta l’errore. Anzi questo fatto mi stava inducendo ad andarmene…

AES: Come mai spiegaci meglio.

Wanda: Proprio la confidenza che avevamo ci teneva bloccate entrambe. Io a non iniziare, lei a non chiedere. Insomma: era ancora un rapporto zia/nipote. E non avevamo capito che stavamo passando ad un altro rapporto: badante/badato… Nessuno mi avrebbe detto come sarebbe stato difficile instaurare un rapporto tale, soprattutto quando alla base c’è la confidenza…

AES: Come avete superato la cosa?

Wanda: Trovai io il coraggio una sera, prima di andare a letto…

AES: Solo così?

Wanda: A dire la verità no. La sera prima avevo ascoltato mia zia al telefono parlare con i suoi figli e dire che non si trovava bene, proprio per questo fatto. Si vergognava che una nipote le …l’aiutasse in bagno…

AES: E poi?

Wanda: Avevo capito la situazione. Mi era ancora più chiara. Ed io non volevo tornare in Sicilia, e per di più senza un euro. Sono uscita fuori dalla stanza e le dissi: “bene zia, adesso andiamo a fare una doccia”. Mi guardò con una faccia stranissima, e mi disse in siciliano: “ma chi ti fussi ‘mpazzita?!”. Non ci furono santi a tenermi. Le feci una doccia. E da allora tutto è cambiato…

AES: Come è cambiato il tuo rapporto con tua zia?

Wanda: In meglio. Adesso abbiamo stabilito il rapporto badante/badato senza rinunciare ad essere io la figlia di sua sorella, e lei la sorella di mia madre.

AES: Sei stata assunta con un regolare contratto o a nero?

Wanda: Io venni assunta dal primo momento con un regolare contratto, anche perché i nipoti di mia mamma, cioè i figli di mia zia, sono fiscalissimi. Ed è stato un bene.

AES: Tua zia adesso come sta?

Wanda: Purtroppo gli anni si fanno sentire tutti: 96! Ma è lucidissima. E questo è sia un bene che un male: un bene perché questo la rende viva, un male perché si rende conto che di anno in anno va sempre peggio.

I progetti futuri

AES: Quali sono i tuoi progetti futuri?

Wanda: Ma oramai non ne ho. Sembra brutto dirlo ma è così. Non riesco a vedermi senza mia zia. Per inciso: mio zio la lasciò vedova quando aveva appena 42 anni…

AES: Un progetto futuro è sempre importante e con questo chiudiamo le nostre interviste…

Wanda: Il mio progetto futuro? Vivere serenamente e far vivere serenamente mia zia.

AES: Bellissimo pensiero. Grazie Wanda…

Wanda: Grazie a voi che date voce alle badanti, a cui nessuno presta attenzione.