badante straniera extracomunitaria

Il mercato della cura

Entrando nello specifico del panorama lavorativo in ambito domestico osserviamo che negli ultimi dieci anni è cambiato radicalmente il tipo di personale utilizzato, passando da personale italiano proveniente dalle aree più povere del Paese a personale quasi esclusivamente straniero, in possesso di un livello socio-culturale in media più alto rispetto a quello del personale italiano.

“Resta però basso […] – afferma Reyneri – il livello di qualificazione dei lavori riservati alle donne extracomunitarie e qui si apre la grave questione che riguarda il livello di istruzione degli immigrati”.

Indagini svolte su extracomunitari rivelano che il loro livello di studio è di molto superiore a quello che risulta nelle statistiche ufficiali del Ministero del Lavoro; questo è dovuto anche al fatto che essi comunque non troverebbero lavori adeguati al proprio titolo di studio per il problema del riconoscimento del titolo. Si parla di vero e proprio “sfasamento” fra livello di istruzione e lavoro svolto che porta ad una discriminazione “in evidente contrasto anche con le indicazioni e gli orientamenti della Comunità europea”, che prima o poi l’Italia dovrà affrontare.

Bisogna pur dire che se ci fosse la remota possibilità di riconoscimento dei titoli di studio, molto probabilmente gli stranieri non vorrebbero più svolgere attività di bassa qualifica che spesso non hanno alcuna relazione col loro percorso formativo, ma cercherebbero lavori maggiormente gratificanti e per i quali sono qualificati. A questo punto si ripresenterebbe per il nostro Paese il problema di andare a ricoprire quei posti vacanti che più nessuno è disposto ad occupare. I settori della collaborazione e in particolare dell’assistenza domestica (badante convivente, badante ad ore, colf convivente e colf ad ore) permettono di dare lavoro soprattutto a persone appena giunte nel nostro Paese, poiché lo straniero (potremmo dire benissimo “la straniera” per i motivi sopra citati) grazie a questo tipo di impiego risolve, almeno per un primo periodo, il problema dell’alloggio. Si auspica che attraverso questa prima occupazione il cittadino extracomunitario abbia l’opportunità di integrarsi e di addestrarsi sul campo per conoscere la lingua, gli usi e i costumi locali.

badante convivente est europa

Da questo rapporto di lavoro trarrebbe quindi vantaggio lo straniero ma anche l’anziano, che può così rimanere nella propria casa e vicino ai propri affetti, anziché essere ricoverato in una struttura (pubblica o privata), soluzione che comporta un livello di spesa elevato per lo stato sociale e per le stesse famiglie. A questo proposito vi è lo “incontro per due progetti di vita”, quello del nuovo arrivato con quello di chi non è più autosufficiente.

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