Badante affetta da sintomi post covid

La badante affetta da stanchezza post-covid: cosa fare?

Non sono stati pochi, e non lo sono tuttora, i casi in cui il post-covid ha generato degli strascichi che si sono protratti per molti mesi, tanto da essere ancora presenti dei sintomi a 4-5 mesi dalla guarigione effettiva. Tra le principali cause, certamente è da annoverare la “stanchezza/affaticamento”: e noi di AES DOMICILIO ci siamo chiesti: cosa succederebbe se fosse una badante o una colf a soffrire di affaticamento tanto da essere impedita – seppur per lo Stato, per la mutua, e per la sanità italiana – del tutto guarita? In questo articolo cercheremo di dare qualche consiglio per le nostre badanti.

Una volta guariti dal Covid-19 i pazienti si aspettano di tornare rapidamente in forma ma in molti casi non è così, e sui motivi di malessere anche diverso tempo dopo l’ultimo tampone negativo non esistono ancora certezze assolute.

L’ipotesi più semplice, a cui si è subito pensato è l’alterazione della disponibilità di ossigeno nel sangue, dovuta ad una riduzione della diffusione polmonare, secondaria ad un danno permanente o di lenta risoluzione dell’interstizio polmonare, conseguente alla polmonite virale acuta. Tale ipotesi non convince però totalmente visto che questo problema colpisce anche chi nel corso della malattia non ha riscontrato insufficienze respiratorie acute.

Maltrattamenti case riposo

Un’altra ipotesi potrebbe quindi essere legata alle modalità di replicazione del virus. Come ogni altro Virus, anche il Covid-19 attacca le cellule del nostro corpo, formate da molte molecole, tra le quali le proteine, a loro volta costituite da catene di aminoacidi, e le scinde per utilizzare gli aminoacidi così disponibili per poter creare nuovi virioni identici al virus di partenza.

Come prima cosa il virus attacca e penetra all’interno della cellula. In seguito avviene la fase di svestimento, durante la quale il virus libera il suo patrimonio genetico e lo inserisce nel messaggio genetico della cellula, mandando “falsi messaggi” alla cellula stessa, che mette a disposizione tutte, o parte delle sue risorse per assemblare nuovi virus detti virioni. Sia l’attacco diretto del virus sia alcuni processi successivi causano importanti alterazioni metabolico/strutturali delle cellule colpite, che perdono le proprie capacità metaboliche/funzionali, e serve tempo perché ripristini il proprio patrimonio sia strutturale sia energetico per ritornare a svolgere le proprie normali attività. È importante sottolineare che il Covid-19 attacca quasi tutte le cellule del nostro corpo.

I sintomi clinici sono prevalentemente polmonari perché il virus entra con il respiro e la prima nostra struttura anatomica che incontra è il polmone. Prima di pensare a una terapia è necessario essere certi di essere di fronte a una sindrome post Covid, rilevabile solo dal medico e dopo essersi sottoposti a una serie di esami specifici. Se al termine degli accertamenti si è sicuri di avere questo problema si potrà intervenire rinforzando le vie metaboliche cellulari grazie all’attività fisica e supportando attivamente la neo-formazione di quelle molecole, come le proteine, che sono state “scippate” dal Virus.

Un’integrazione ad hoc con aminoacidi e vitamine, là dove si evidenzino carenze, è il primo passo da compiere. Successivamente, e sempre sotto controllo di un medico specialista, fare riabilitazione motoria adeguata e introdurre supporti nutrizionali quantitativamente adeguati ai bisogni cellulari, aiuta notevolmente il recupero.

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