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La vecchiaia nel film “UP”

Non è sempre facile trovare nei film trattare l’argomento anziani. Sono presenti a volte delle figure anziane e tra questi troviamo il cartone “Up”.

Aes Domicilio racconta il film cercando di risaltare la figura del protagonista.

Up è un film intriso di messaggi profondi e temi maturi. Mostra come la vita, sebbene possa essere piena di rimpianti, sia imprevedibile e offra nuove occasioni: Up affronta con profondità e delicatezza anche temi difficili come la vecchiaia e l’elaborazione del lutto, ponendo l’accento sull’importanza dei ricordi.

Ma perché il nonno Carl Fredricksen rappresenta in qualche modo una rivoluzione, la rottura di un tabù? Non certo per la sua natura, visto che si tratta semplicemente di una persona, di un uomo. No, la vera novità di quest’ultima creazione Pixar è  nel suo certificato anagrafico: 78 anni suonati. Un anziano, insomma; anzi, per non usare eufemismi, un vecchio.

Scelto non in un ruolo di contorno, di spalla, ma come protagonista principale della fantasiosa, psichedelica, estrosa avventura che è al centro della pellicola: alla morte della moglie, infatti, il nostro eroe decide di realizzare il sogno della vita.

Lo scegliere come eroe d’azione un vecchietto rappresenta una rivoluzione maggiore. Sancisce infatti la fine dell’idea di anziano relegato in un ghetto, condannato all’ospizio. Annulla le rigide barriere legate all’età, ammettendo che anche un bambino di cinque anni – magari aiutato dal fatto di avere un nonno babysitter, come accade tanto spesso – possa identificarsi nell’energia e nella carica vitale di un quasi ottantenne.

La joie de vivre ritrovata a oltre settant’anni da un anziano che pensava di essere arrivato al capolinea, fa inoltre riflettere su quanto sia importante la compagnia per le persone anziane.

Se non fosse stato per quel rompiscatole di Russell, probabilmente Carl sarebbe morto da solo. Magari non avrebbe neppure raggiunto le Cascate Paradiso. Il giovane dona vitalità all’irascibile vegliardo, ma solo grazie a lui viene trascinato in una memorabile impresa à la Indiana Jones. E ancora, la favola del vecchio e del bambino rinsalda il patto intergenerazionale, in uno scambio necessario di esperienza e di idealismo.

Carl non è affatto un vecchio non vecchio. Cammina aiutato da un carrellino, ha l’aspetto, gli acciacchi, le rughe, il carattere spesso burbero di chi davvero ha già vissuto una lunghissima parte della propria vita. L’avere come protagonista un anziano bisbetico è interessante, offre una miriade di possibilità di divertimento per il pubblico, anche giovanissimo.

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