Solitudine badante

La questione “solitudine – violenza” delle badanti: AES Domicilio c’è!

ll senso di isolamento delle badanti oggi non deriva solamente dalla solitudine nel lavoro, ma anche dalla lontananza dai familiari e dagli amici rimasti nel paese di origine. La maggior parte di loro, infatti, arriva in Italia per garantire ai propri cari uno stato di vita migliore nella speranza di ritrovarli il prima possibile. L’origine migrante di gran parte delle badanti rende particolarmente rilevante la questione della solitudine, facendola diventare agli occhi delle intervistate nonché delle nostre dipendenti la principale problematica del loro lavoro.

Per questo è importante essere in grado di cogliere non solo i fattori che incidono maggiormente sulla salute delle lavoratrici, ma individuare come questi si declinano diversamente in base alle specificità biografiche delle assistenti familiari. Ogni giorno ci occupiamo della loro vita e indaghiamo sulle soluzioni migliori: il nostro obiettivo é quello di garantire un perfetto equilibrio tra la loro vita e quella dei nostri clienti. Si tratta sempre di questioni familiari, una famiglia all’estero, un’altra in Italia, ma il benessere di tutti è sempre il punto di incontro principale. L’intreccio tra status migratorio e condizioni di lavoro è sicuramente un elemento indispensabile per comprendere il malessere delle lavoratrici impiegate nel settore dell’assistenza domiciliare.

La salute della badante e le esperienze di violenza

Infine, un altro aspetto rilevante per la salute delle badanti riguarda le esperienze di violenza, che risultano essere tra le cause più importanti del loro malessere. Molto spesso infatti si parla solo dei maltrattamenti familiari commessi dalle stesse dipendenti, ma quasi mai di quelli da loro subiti. Le assistenti familiari, infatti, sia per il loro genere sia per le caratteristiche del lavoro che svolgono, possono essere vittime di diverse forme di violenza fisica (dalle molestie sessuali alle percosse di vario tipo), psichica (insulti e ricatti) ed economica (bassi salari, licenziamento) commesse dagli assistiti o dai familiari. Una parte di questi comportamenti violenti sono molto spesso involontari, in quanto commessi da pazienti aggressivi a causa delle loro malattia, e sono correlati in modo marcato con la presenza di elevato indice di malessere psico-fisico.

Solitudine badante infelice

Nel complesso, gli studi condotti evidenziano quanto il lavoro delle assistenti familiari sia nocivo proprio per le sue caratteristiche intrinseche – la coabitazione, i lunghi orari di lavoro, l’isolamento, la densità emotiva e relazionale – in quanto occupazione sviluppatasi per dare una risposta, a basso costo, alla crescente domanda di cura della società italiana a scapito della qualità di vita di centinaia di migliaia di lavoratrici migranti. La tutela dei diritti delle badanti e della salute delle assistenti familiari, e con loro di tutte le professioni della cura, non può che partire dal riconoscimento del valore sociale ed economico del lavoro volto ad assicurare benessere sia a chi cura sia a chi viene curato.