La badante, o meglio, “il” badante: dati dalla Spagna
L’assistenza è un settore caratterizzato da forti disuguaglianze di genere, di classe e di etnia. Storicamente, di essa si sono fatte carico le famiglie e, in particolar modo, le donne. Di conseguenza, è divenuta un lavoro non retribuito tradizionalmente appannaggio della popolazione femminile – caratteristiche, queste, alla base del suo scarso valore sociale. Il coinvolgimento degli uomini nel lavoro di cura – sia retribuito che non retribuito – rappresenta un passo fondamentale per la creazione di un sistema di assistenza basato sull’uguaglianza di genere e sulla giustizia sociale, nonché un elemento indispensabile al fine di fornire una risposta alla crescente richiesta di servizi assistenziali a favore della popolazione anziana.
Badanti: il caso della Spagna
Nel quadro di una ricerca più ampia sui badanti, condotta in Catalogna (Spagna), ci siamo concentrate sugli uomini migranti occupati nel settore dell’assistenza alla popolazione anziana. La Spagna sta vedendo un aumento della richiesta di lungo assistenza a fronte dell’invecchiamento della popolazione.
Secondo l’Istituto nazional di statistica spagnolo, la popolazione ultrasessantacinquenne è passata da 7.308.455 unità nel 2005 a 8.573.985 unità nel 2015, arrivando a costituire il 18,4% del totale della popolazione.
La Spagna è uno dei paesi Ue con un’aspettativa di vita maggiore, e le proiezioni demografiche dell’Ocse indicano che, entro il 2050, sarà il terzo paese più vecchio al mondo, dopo Giappone e Corea.
In un contesto di politiche pubbliche deboli, la massiccia presenza delle donne nel mercato del lavoro – in assenza di una redistribuzione equa del lavoro riproduttivo tra uomini e donne – ha portato a una crisi dell’assistenza.
La crisi economica e l’attuazione delle politiche di austerità hanno aggravato ulteriormente questa situazione. Se lo stato sociale si sta ridimensionando, le soluzioni basate sul libero mercato sono in via di espansione. Di conseguenza, l’assistenza a pagamento è diventata una delle strategie adottate dalle famiglie per fare fronte a bisogni sempre crescenti in termini di assistenza alla popolazione anziana.
La messa sul mercato dell’assistenza ha rafforzato un settore a forte presenza femminile, caratterizzato da condizioni di lavoro insoddisfacenti e con uno scarso riconoscimento a livello sociale. La domanda crescente di assistenza retribuita è stata soddisfatta in larga parte dalle immigrate impiegate in qualità di lavoratrici domestiche, soggette a una disciplina in materia di immigrazione e lavoro che le rende vulnerabili. Di contro, le posizioni lavorative nell’ambito dell’assistenza residenziale e di quella domiciliare, con condizioni lavorative soggette a maggiore regolamentazione (seppure ancora precarie), sono arrivate a costituire una nicchia occupazionale per le lavoratrici locali.
Tuttavia, negli ultimi anni, un numero sempre crescente di uomini ha iniziato a lavorare nel settore dell’assistenza. Molti di loro sono migranti. Il loro inserimento all’interno del settore dell’assistenza alla popolazione anziana è stato favorito dalla crisi economica, che ha causato la perdita di posti di lavoro nelle professioni tradizionalmente a predominanza maschile, e ha colpito in particolar modo la forza lavoro straniera.
Secondo i dati forniti dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale spagnolo, tra il 2009 e il 2016 il numero di uomini che prestavano servizio come badanti è cresciuto da 32.400 unità (7,3%) a 93.400 unità (19,65%).
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