Badante insonnia

La badante e l’insonnia

In un meno noto film del premio Oscar, Paolo Sorrentino, dal titolo “Le conseguenze dell’amore” (2004), il protagonista, Titta Di Girolamo, soffre di insonnia e si aggira per la stanza dell’albergo dove è costretto a vivere. In una bella battuta vien detto: “Quando mi dicono che chi è insonne è fortunato perché, per esempio, invece di dormire può leggere un libro, può ascoltare la musica, può vedere un film alla televisione; ecco, quando mi dicono questo io penso che dell’insonnia non hanno capito un cazzo. Perché l’insonne ha un solo desiderio, e non può far altro che desiderarlo: dormire”.

Quando è la badante a soffrire di insonnia

Bene, quando invece è la badante a soffrire di insonnia la questione non è da tenere sottogamba, anzi. L’ insonnia si definisce come uno stato in cui si osserva una diminuzione della durata del sonno. Più generalmente con questo termine si indica la sensazione soggettiva di non avere tratto dal sonno l’adeguato beneficio perché troppo breve o poco riposante. Infatti il fattore “durata” non è di per sé significativo perché ciascuno di noi ha esigenze individuali in merito alla quantità di sonno di cui ha bisogno: per alcuni è sufficiente un sonno di 3-5 ore per sentirsi in completo benessere mentre altri non considerano adeguato un sonno inferiore alle 8-9 ore.

L’insonnia provoca ripercussioni più o meno gravi sullo stato di benessere e di efficienza dell’individuo. La sonnolenza, la diminuzione della capacità di concentrazione, i problemi della memoria, l’irritabilità e la stanchezza generale influenzano negativamente la qualità della vita delle ore diurne del soggetto che dorme poco e male. Il nostro organismo ha bisogna di riposo per recuperare le forze, per salvaguardare la propria efficienza fisica e per rinforzare il sistema immunitario: l’insonnia induce una diminuzione delle difese dell’organismo e provoca quindi una maggiore suscettibilità a malattie ed infezioni.

Collochiamo, poi, la personalità della badante che necessariamente deve fare i conti con compiti di estrema attenzione, per cui la vigilanza deve essere al massimo delle sue manifestazioni, essere insonne per la badante è un gravissimo problema, che deve essere risolto seriamente. Una badante che non dorme è una badante che vorrebbe dormire, e chi vuole dormire non può avere altra attenzione se non quella – come ci ricordava Titta Di Girolamo – di voler addormentarsi.

(Attenzione! E’ bandita per la cura dell’insonnia il “fai da te” perché l’uso incontrollato di sonniferi può indurre l’insorgenza di rilevanti effetti collaterali e di una sgradevole dipendenza.)

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