Badante riporta il virus Covid

La Badante che Porta il Virus: Leggenda Metropolitana

Sui giornali, negli ultimi giorni, stanno apparendo delle notizie che sembrano far paura alla maggior parte delle persone che necessitano di assistenza domiciliare.

Si sta diffondendo la notizia per cui le badanti, costrette a scappare a seguito dell’ondata di Coronavirus che ha colpito l’Italia nei mesi scorsi, al loro rientro “portino il virus in casa” delle persone che assistevano prima che prendessero il largo.

Questa è una notizia che se è vera da un punto di vista – cioè è pur vero che ci siano dei casi del genere; prendiamo il caso avvenuto a Trento – si tenga presente l’intrinseca ironia della sorte per cui il Trentino, unica o almeno tra le prime regioni ad essere da subito Covid-free, si ritrovi ora a dover affrontare un minuscolo focolaio – la nuova badante, in arrivo dalla Moldavia, ha portato il virus in casa. è accaduto a una famiglia trentina, residente nel trentino occidentale, che nei giorni scorsi era alle prese con un passaggio del testimone tra due badanti che si occupavano di un’anziana donna. Dopo la riapertura dei confini per dare il cambio alla prima badante è arrivata una donna moldava che ha affrontato il viaggio a bordo di un pulmino. Le circostanze in cui è avvenuto il viaggio e l’ingresso in Italia della donna sono ancora da chiarire (la donna non ha saputo, o comunque non ha voluto, dare indicazioni precise sugli organizzatori del viaggio) di certo c’è che la badante, dopo pochi giorni di permanenza in Trentino, ha cominciato a manifestare con una certa evidenza i sintomi tipici del Covid. Sintomi che in questo periodo dell’anno lasciano pochi margini di incertezza, in quanto non è in circolazione il virus dell’influenza.

Ora, se è pur vero che questo sta accadendo, non dobbiamo assolutamente fare di tutta l’erba un solo fascio. Questi sono casi singoli che non devono influenzare negativamente, e dunque danneggiare, il già faticoso rientro delle badanti conviventi presso le proprie postazioni di lavoro; si deve comprendere che una simile interpretazione dei fatti andrebbe a danneggiare non solo l’intera classe delle badanti, oltre che le associazioni socio assistenziali che puntano proprio ad un più rapido inserimento di queste figure nella vita quotidiana; ma andrebbero a danneggiare soprattutto le famiglie che hanno bisogno di queste persone e che si ritroverebbero i propri cari più spaesati di quello che già naturalmente le malattie li fanno essere.

Insomma, i giornali, prima di sputare sentenze senza un briciolo di cognizione di causa, si devono preoccupare di non danneggiare un’intera categoria, non far sì che un accidente diventi l’universale.

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