Intervista ad un Badato in Quarantena
(tutti i nomi di persona, luoghi ed d’altro citati nella presente intervista sono frutto della fantasia, per tutelare la privacy delle persone realmente intervistate da un membro del nostro team, che si è recato personalmente dal badato intervistato; altresì ci teniamo a precisare che l’intervista è stata effettuata rispettando le norme vigenti di distanza della sicurezza)
AES: Buongiorno Signor Lorenzo, ci dica un po’ come sta andando questa quarantena.
Lorenzo: Nessun “Signor”, mi chiami solo Lorenzo. Beh, questa quarantena mi ha riportato indietro di 60 anni!
AES: Innanzitutto quanti anni ha?
Lorenzo: 92 anni suonati!
AES: Complimenti! E come sta reagendo al fatto che la sua badante non è riuscita a venirla a trovare, eccetera. Cioè: come vi siete organizzati?
Lorenzo: I primi tempi non si capiva niente, tra sicurezza, mascherine, distanza; anzi: i primi tempi io nemmeno ci credevo a ‘sta cosa!
AES: Perché?
Lorenzo: Perché in tv circolano sempre una marea di fesserie, ed i tg sono pieni di cose inutili, pensavo fosse la notizia del momento su cui mangiarci un po’ su, ecco. Da qui a vedere tutti questi morti….
AES: Prima ha detto che l’ha riportata indietro di 60 anni: perché?
Lorenzo: Beh la guerra è stata brutta! Ci sono cose che non dimenticherò mai: non uscimmo di casa per settimane; io ero il più piccolo dei miei fratelli; stemmo nascosti in una stanza: e lì facevamo tutto.
AES: Ha notato qualche somiglianza con questo periodo di quarantena!
Lorenzo: Si, ma anche tante differenze! Quando c’era la guerra si pativa la fame, quella vera. Infatti i primi giorni quando ho visto quelle scene ai supermercati mi sono preoccupato. Ho pregato tanto perché non succedesse di nuovo una cosa simile.
AES: Qual è il ricordo che più le fa paura della guerra?
Lorenzo: I morti.
AES: In che senso?
Lorenzo: In guerra i primi morti fanno tremare il cuore, poi dopo ci si abitua. E’ successa una cosa simile anche con noi. I primi giorni con il bollettino tutti i sperare, tutti a meravigliarci, e adesso… Questo è un errore, i morti vanno sempre ricordati.
AES: Per giunta non è stato possibile nemmeno onorarli come si deve!
Lorenzo: E’ uno scenario post-bellico, ecco perché sono tornato indietro; ma non sono ringiovanito però!
AES: E la sua badante è venuta, o è andata via e si è licenziata?
Lorenzo: La mia badante non entra in casa da 40 giorni. Non potevo prendermi questo rischio. A 92 anni non è facile. Anzi: ringrazio il cielo che mi abbia preservato il cervello. Almeno questo!
AES: E come riesce adesso a svolgere le funzioni giornaliere?
Lorenzo: Attualmente vive qui con me mia figlia, anche lei si è ritrovata in cassa integrazione, e dunque ritrovandosi con più tempo libero abbiamo potuto trovare questa situazione.
AES: Ma tra questa situazione e quella post-bellica, quale speranza vede in più?
Lorenzo: Come le ho detto, le differenze sono molte, qui il nemico è invisibile, qui le cose possono degenerare da un momento all’altro, qui ognuno di noi può fare la differenza. In guerra pochi comandano e molti obbediscono. In questa situazione, anche uno solo può incidere sulla continuazione della guerra o sulla pace definitiva.
Non so se mi capisce… Grazie tante, però, per questa chiacchierata.