Badanti arte alzheimer

Arteterapia, Alzheimer e Badanti

La sindrome di Stendhal è detta anche sindrome di Firenze (città in cui si è spesso manifestata; il nome della sindrome si deve allo scrittore francese Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Beyle (1783-1842) che, dopo esserne colpito personalmente durante il proprio Grand Tour effettuato nel 1817, ne diede una prima descrizione nel libro ‘Napoli e Firenze: un viaggio da Milano a Reggio’.), è una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza. E’ dovuta ad una “esposizione all’arte”!

Molti studiosi confermano come questa “esposizione all’arte” possa agevolare i pazienti affetti dal morbo di Alzheimer che sono seguiti da una badante per malati di Alzheimer;
Applicata alla demenza, l’arteterapia è un sorta di efficacissima sindrome di Stendhal al contrario: l’overdose di bellezza che può stordire una persona particolarmente sensibile, può infatti avere anche straordinari effetti benefici su una mente compromessa, provocando emozioni capaci di rallentare la malattia, in certi casi né più né meno di alcuni farmaci.

I benefici sono generali ed evidenti poiché i pazienti sono più motivati a partecipare, percepiscono maggior benessere, dunque si riducono i tipici sintomi negativi del comportamento, cresce l’autostima, migliorano la qualità della vita, il tono dell’umore e, di conseguenza, le stesse relazioni con operatori e familiari. I quali vedono con soddisfazione i loro cari coinvolti in attività gratificanti.

Anche se affette da patologia cognitiva queste persone sono in grado di valutare l’esperienza estetica col risultato che, in non pochi casi, si sono riattivate memorie lontane e una vitalità apparentemente esaurita. L’arte agendo come una ipnosi del tutto innocua e in forma cosciente fa sì che il cervello dei pazienti restituisca loro ciò che gli è proprio. L’arte riesce a provocare ciò che la malattia ha fatto smarrire. Non è un caso che questo senso di “uscire fuori dalla gabbia dei ricordi perduti” a cui induce l’Alzheimer, sia speculare a ciò che lo psicoanalista Hillmann disse a proposito della sindrome di Stendhal: “potrebbe essere considerata, pertanto, una sindrome archetipica e le manifestazioni patologiche una rappresentazione mitica, la mimesis, cioè, di un modello archetipico. La crisi, dunque, può essere letta come espressione della necessità di oltrepassare i limiti dell’ordinario, come aspirazione alla trasgressione, alla rottura di schemi comportamentali abituali, come urgente spinta a riscoprire e realizzare tendenze psichiche profonde.”. Dunque lo stimolo di immedesimarsi in essa, che un’opera d’arte dona, offre al paziente l’occasione – anche paradossale! – di immedesimarsi in sé stesso, sfruttando un particolare dettaglio di un’opera che susciti in realtà un particolare dettaglio della propria vita, grazie al quale cominciare a ri-costruire la propria identità.

AES DOMICILIO seleziona ad hoc la badante per malati di Alzheimer che occorre alle vostre esigenze, grazie al nostro team di screening il quale oltre che a vagliare le competenze della badante, cerca, immediatamente, di creare un profilo che possa soddisfare le esigenze. AES Domicilio ha a disposizione un grande database di badanti nelle province del Nord Italia (badante a Bergamo, badante Monza, badante Lecco, ecc.).