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Licenziamento per giusta causa delle badanti

Il licenziamento per giusta causa rappresenta un provvedimento di estrema importanza e gravità nel rapporto di lavoro tra datore di lavoro e dipendente, inclusi i lavoratori domestici come le badanti conviventi e le badanti ad ore. Questo tipo di licenziamento implica la cessazione immediata del rapporto lavorativo senza preavviso e senza il pagamento dell’indennità di preavviso.

Vediamo di seguito gli aspetti legali e alcuni esempi pratici di situazioni che possono giustificare tale provvedimento.

Se la badante si rende responsabile di una condotta così grave da non consentire la prosecuzione, neanche provvisoria, del rapporto di lavoro domestico per il datore di lavoro, è possibile per quest’ultimo recedere dal contratto per giusta causa, senza corrispondere il mancato preavviso. Il caso più comune è l’assenza ingiustificata dal lavoro.

La giusta causa è definita dall’articolo 2119 del Codice Civile italiano, che stabilisce che ciascuna delle parti può recedere dal contratto senza preavviso quando si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro. Nel caso delle badanti, ciò significa che il datore di lavoro deve poter dimostrare che il comportamento della badante è talmente grave da rendere impossibile la continuazione del rapporto lavorativo.

Come si prosegue quindi:

  • deve essere inviata una contestazione disciplinare all’indirizzo di residenza italiano (se è residente con il datore di lavoro/assistito si invia all’indirizzo del datore e non si riceve). In alternativa si può consegnare la raccomandata a mano.
  • Poi, il datore potrà operare con il licenziamento disciplinare per colf e badanti conviventi dopo 5 giorni dal ritiro della raccomandata, se non ha ricevuto risposta di giustificazione dell’assenza oppure, nel caso in cui la badante non ritirasse la raccomandata, dopo 5 giorni dall’arrivo al datore della ricevuta del mancato ritiro.

Il licenziamento disciplinare per badanti si considera un licenziamento per giusta causa che non prevede alcun pagamento dell’indennità di mancato preavviso al collaboratore.

Se invece la badante, dopo tale contestazione, produce un certificato medico come giustificazione dell’assenza, il datore potrà licenziarla dopo 10 giorni di malattia per anzianità inferiore ai 6 mesi, dopo 45 giorni se ha più di sei mesi e fino a due anni di servizio dopo 180 giorni se l’anzianità di servizio supera i due anni. Cambia in questo caso la natura del licenziamento che non è più disciplinare ma per superamento del periodo di comporto di malattia. Va riconosciuto in quest’ultimo caso il preavviso da pagare tramite indennità sostitutiva.

Nel caso in cui la badante non abbia alcuna giustificazione per l’assenza, dopo aver intimato il licenziamento con apposita lettera di cui sopra, il datore dovrà elaborare il cedolino di cessazione.

Si consiglia di consegnare al collaboratore domestico e di conservare firmati una copia del cedolino e una copia della dichiarazione sostitutiva della Certificazione Unica (ex Cud).

Il datore poi dovrebbe comunicare la cessazione del rapporto all’Inps entro i 5 giorni successivi alla data di cessazione del rapporto.

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Licenziamento giusta causa bandate

Esempi di licenziamento della badante per giusta causa

Possiamo dare alcuni esempi di Giusta Causa di Licenziamento:

  1. Furto o Appropriazione Indebita: Se la badante viene sorpresa a rubare denaro o beni di proprietà del datore di lavoro o del datore di lavoro assistito, tale comportamento costituisce una violazione del rapporto fiduciario su cui si basa il rapporto di lavoro domestico.
  2. Violenza o Maltrattamenti: Qualsiasi forma di violenza fisica o psicologica nei confronti del datore di lavoro o della persona assistita giustifica il licenziamento immediato. Ad esempio, se una badante maltratta verbalmente o fisicamente l’anziano di cui si prende cura, il datore di lavoro ha il diritto di recedere dal contratto senza preavviso.
  3. Assenteismo Ingiustificato: L’assenza ingiustificata dal lavoro per un periodo prolungato può compromettere la qualità dell’assistenza fornita e la fiducia nel dipendente. Ad esempio, se una badante si assenta per diversi giorni senza fornire alcuna giustificazione, può essere licenziata per giusta causa.
  4. Uso di Sostanze Stupefacenti o Alcolici: Se la badante viene trovata sotto l’influenza di droghe o alcol durante l’orario di lavoro, ciò può mettere a rischio la sicurezza della persona assistita e costituisce un motivo valido per il licenziamento immediato.
  5. Inosservanza delle Istruzioni e Negligenza Grave: Una badante che ignora sistematicamente le istruzioni del datore di lavoro, mettendo a rischio la salute e la sicurezza dell’assistito, può essere licenziata per giusta causa. Ad esempio, se la badante somministra dosi sbagliate di farmaci nonostante le chiare istruzioni del medico, la sua condotta può giustificare il licenziamento.

Il licenziamento per giusta causa di una badante è una misura drastica che deve essere adottata solo in presenza di comportamenti gravi e comprovati che rendano impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro. È essenziale che il datore di lavoro segua scrupolosamente le procedure legali per garantire la legittimità del provvedimento e tutelarsi da eventuali contestazioni. La chiarezza e la precisione nella contestazione degli addebiti sono fondamentali per una gestione corretta e trasparente del rapporto di lavoro domestico.

Articolo aggiornato al 26/05/2024