Badanti Vizio Gioco

Le Badanti Ed Il Vizio Del Gioco

Ebbene sì, un recente studio ha messo in luce come lo stato di vita in cui versano le badanti sia incisivo per le conseguenti dipendenza di tipo alcolistico e ludopatico.

La ludopatia, in Italia, è una piaga silente, che si nasconde dietro la menzogna del gioco innocente, del passatempo, per sfociare nell’abisso della coscienza e dell’anima. Le badanti, vivendo molto spesso una condizione di vita molto precaria, si dividono in due categorie: quelle che mandano i soldi alla propria famiglia, situata ad est Europa e quelle che, invece, spedono sino all’ultimo centesimo i propri risparmi per vivere una vita di illusioni fatta di Bingo, di Slot-Machine, e di Alcool.

E’ un dipinto molto crudo, e sicuramente non corrispondente alla realtà nelle sue particolarità: dividere il mondo in categorie, infatti, conduce ad un “regressus ad infinitum” per cui potremmo dire: ci sono due categorie di persone, quelle che dividono il mondo in categorie, e quelle che non lo fanno. Ma potremmo rincarare la dose e dire: ci sono due categorie di persone quelle che dicono che ci sono due categorie di persone, e quelle che non dicono nulla. Eccetera, eccetera.

Dunque il nostro giudizio sulle badanti è un giudizio solamente parziale.

Secondo una recente indagine del Codacons, si stima infatti che nel nostro Paese i giocatori rappresentano circa  il 54% della popolazione, pari ad  oltre 32 milioni di persone. Il 50% dei disoccupati presenterebbe forme di dipendenza da gioco di varia gravità, a questi si aggiungerebbe  il 33% dei giocatori di videolottery, il 25% delle casalinghe e il 17% dei pensionati. Particolarmente preoccupante la percentuale di giovani dipendenti dal gioco che è salito intorno al 17%. Pesantissime le perdite di natura economica: l’85% dei giocatori ne subisce in media 40 euro al giorno.

Nell’immaginario tipico, il ludopatico è  identificato come appartenente alle fasce più deboli, al ceto medio basso e/o disoccupato, con bassa scolarizzazione e affetto da problemi relazionali. Tuttavia, alcuni dati del Censis,  farebbero vacillare queste affermazioni. Contrariamente a quanto si è portati a credere, infatti, la propensione al gioco non è inversamente collegata alla ricchezza: laddove vi è minore occupazione, il reddito disponibile è minore e la propensione al gioco risulta più bassa. Anche da un punto di vista prettamente geografico, nelle regioni e nelle province più ricche si gioca di più; al contrario, nelle province dove il tasso di disoccupazione è più elevato il giocato pro capite è inferiore.

Essere una badante non è facile, la vita è dura e continuamente sottoposta a stress a volte inutili, è dunque facile – dato anche lo stipendio da fame che riceve – che possa cadere in un tunnel simile, un tunnel che vede la fine solo dopo aver dissipato tutto e tutti; dunque, AES DOMICILIO, chiede che si faccia più attenzione a questa fascia sociale che purtroppo diventa testimone delle cose peggiori.

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