Il Lavoro In Nero della Badante
È molto più facile pensare che sia sempre la famiglia a esigere che il rapporto di lavoro domestico resti “nascosto”, per risparmiare e aggirare le regole.
Spesso la situazione è capovolta, sono spesso infatti le badanti o i badanti a non accettare il lavoro in regola.
Il motivo è tutto nei soldi.
Se la badante riceve lo stipendio in regola dovrà pagare le tasse e i contributi su questa somma e ne metterà in tasca circa un 35% in meno.
Se, invece, riceve la paga in nero può trattenere l’intero importo.
Ricordando che la badante è principalmente straniera, il fatto di accumulare i contributi per la futura pensione non gli interessa granché.
Assumere una badante senza contratto, a seguito della riforma operata dal Jobs Act, è ormai un reato anche per il dipendente che rischia di ricevere una sanzione che può arrivare sino alla reclusione per un periodo massimo di 2 anni
In particolare, il rischio che corre la badante in nero si materializza quando questi dichiara di essere privo di una occupazione al fine di percepire un beneficio economico pubblico.
Infatti, la pena detentiva della reclusione fino a 2 anni è prevista per quel lavoratore che dichiara di essere disoccupato mentre, in realtà, lavora in nero e percepisce un reddito non dichiarato al Fisco nè all’Inps.
In un rapporto di lavoro in nero, posto che nulla è stato formalizzato, la badante percepirà solo quanto concordato. Neanche i contributi verranno previsti in quanto, chiaramente, l’INPS non sarà a conoscenza dell’instaurato rapporto. Pertanto, alla fine del rapporto (causa licenziamento o dimissioni) generalmente sorgeranno dei contrasti tra le parti.
Un lavoratore contento e soddisfatto, sarà un lavoratore che eseguirà le proprie prestazioni con impegno, professionalità e umanità
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