Salute Mentale Covid

La Quarantena e la Salute Mentale: la Fascia Dimenticata

Non è facile per nessuno vivere questa quarantena, e soprattutto viverla con queste restrizioni che di giorno in giorno stanno assumendo il volto che hanno sempre avuto, cioè quello della “reclusione” –  e non possiamo nasconderlo.

Ma se a passare come notizia commovente ed emozionale è la “reclusione” dei bambini, tuttavia dimentichiamo una risorsa incredibile: l’immaginazione; i bambini trovano il bello in qualsiasi cosa. Certo questo non significa che si voglia giustificare la condizione che stiamo vivendo attualmente, ma comunque si deve tenere presente che le fasce più deboli non sono sempre quelle che sembrano venire in mente suggerite dal senso comune. Attualmente le fasce più deboli sono quelli che soffrono di disturbi mentali, loro malgrado – perché certo non hanno scelto di sopportare questo limite, e dignitosamente devono combattere con l’assenza di lucidità.

Le mura di casa rischiano di diventare un vero e proprio detonatore di queste malattie, e purtroppo anche i suicidi sono in aumento. Molte persone che venivano seguite dai C. S. M. sono stati costretti a “subire” un sistema sanitario inadeguato alle loro esigenze, o peggio ancora a subirlo a distanza: nessuno dovrebbe essere privato del diritto alla salute, ma quando proprio la casa e la relegazione forzata in casa mette in pericolo sia il paziente sia chi gli sta intorno, si dovrebbe intervenire con più decisione e soprattutto con più chiarezza. Per quanto concerne la popolazione generale, uno studio condotto da Wang e collaboratori (2020; Istituto di Neuroscienze Cognitive, Huaibei Normal University, Cina) ha esplorato l’impatto dell’emergenza pandemica sulla salute mentale dei cittadini cinesi, raccogliendo dati attraverso la somministrazione di un questionario online. Il questionario conteneva sia domande riguardanti la salute fisica delle persone, che domande tratte da test standardizzati per la rilevazione di sintomi depressivi e stress associato ad eventi traumatici. Il 53,8% degli intervistati ha giudicato l’impatto psicologico dell’epidemia su di sé come moderato o grave, il 16,5% ha riportato sintomi depressivi di intensità moderata-grave, il 28,8% ha riferito sintomi ansiosi di intensità moderata-grave e l’8,1% ha riportato livelli di stress moderati-gravi. Per quanto riguarda i fattori di protezione e quelli di rischio, il genere femminile, l’essere studenti e particolari sintomi fisici (dolori muscolari, raffreddore e vertigini) sono risultati associati ad un minore benessere psicologico; al contrario, la tendenza ad aggiornarsi in modo razionale e ponderato riguardo gli sviluppi dell’epidemia e ad adottare le principali misure precauzionali (e.g. igiene delle mani, uso delle mascherine ecc.) sono risultati predittori di un maggiore benessere psicologico.

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