fenomeno badanti

Il Fenomeno Badanti

La legge Bossi-Fini 189/2002 di “legalizzazione del lavoro irregolare di extracomunitari“, ha previsto la possibilità di assunzione di una badante extracomunitaria già presente regolarmente in Italia e in possesso di permesso di soggiorno idoneo a svolgere attività lavorativa.

Il primo grande provvedimento sanatorio dedicato esclusivamente a lavoratori e lavoratrici impiegati nel settore domestico (colf e badanti) è stato messo in atto nel 2009, all’interno del decreto legge 3.8.2009 n. 102, contenente norme anti-crisi ed emanato da Tremonti.

Il decreto prevedeva la possibilità di richiedere la messa in regola dei propri dipendenti come assistenti domestici in seguito al pagamento di cinquecento euro.

Con il Decreto Rilancio del 2020 per l’emersione e la regolarizzazione di rapporti di lavoro “in nero” nel settore dell’agricoltura (e affini) e nel settore dell’assistenza domiciliare e alla persona (colf e badanti), sono state trasmesse oltre 200.000 domande, di cui l’85% ha riguardato lavoratori stranieri impiegati nell’assistenza domiciliare e alla persona.

Secondo il Report del Ministero dell’Interno, la nazionalità delle 176.848 domande di regolarizzazione del lavoro domestico riguarda paesi un po’ diversi da quelli tradizionali (Asia Orientale e Africa del Nord).

Da qui qualche sospetto circa un uso improprio del provvedimento, analogamente a quanto era successo nella sanatoria del 2012, dove tra i primi tre paesi di provenienza dei lavoratori furono Bangladesh, Marocco e India: molto poco ricorrenti in questo settore.

 

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All’inizio degli anni Duemila erano soprattutto le assistenti familiari provenienti dall’Europa dell’Est ad avere come obiettivo il rientro in patria nel più breve tempo possibile (Pasquinelli e Rusmini 2013).

Uno stress diagnosticato e chiamato così per la prima volta da due psichiatri di Kiev: nel 2005, avevano osservato sintomi comuni a molte ucraine e romene e moldave, ma pure filippine o sudamericane.

Tutte emigrate per anni ad assistere anziani nell’Europa ricca, lontane da figli e mariti.

La maggior parte delle donne che emigravano dall’Est arrivavano in Italia da sole, in età adulta, secondo progetti migratori che le vedeva ricoprire il ruolo di breadwinner.

A tal scopo il primo impiego ricercato in Italia prevedeva un impegno 24 ore su 24 e la convivenza con l’assistito al fine di massimizzare i guadagni.