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Dal 15 ottobre il cambiamento: le famiglie verifichino green pass alle badanti

Con l’introduzione dell’obbligo di Green Pass nel settore privato arrivano nuovi grattacapi per i due milioni di famiglie italiane che utilizzano il lavoro domestico o di assistenti familiari.

Dal 15 ottobre infatti anche badanti e colf dovranno presentare la certificazione verde Covid-19 per accedere al luogo di lavoro, cioè per entrare nelle case presso le quali prestano servizio. Da un lato le famiglie – in quanto clienti – avranno maggiori tutele, potendo controllare l’avvenuta vaccinazione o la negatività al virus dei lavoratori, spesso conviventi di persone fragili o fragilissime. Dall’altro però – in quanto datori di lavoro – avranno l’obbligo di adempiere agli obblighi previsti dal nuovo decreto.

Come si adatta allora a casa propria un meccanismo pensato per un posto di lavoro ordinario? In attesa dei necessari chiarimenti e di una probabile semplificazione da parte del governo, ecco le risposte alle domande più comuni e le sanzioni per chi – datore e lavoratore – non rispetta le regole.

È obbligatorio controllare il Green pass?

«La famiglia dovrà comportarsi come qualsiasi altro datore di lavoro», riassume la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti.

Il Green Pass è obbligatorio solo per badanti e colf?

Badanti e colf (e babysitter) sono le categorie più comuni di lavoratori domestici, ma la legge prevede l’obbligo per tutti i lavoratori dipendenti e autonomi, comprese le partite Iva e coloro che offrono servizi occasionali a domicilio, come per esempio artigiani, commercianti, elettricisti, estetisti, giardinieri, idraulici e parrucchieri.

Badanti e colf hanno l’obbligo di vaccinarsi?

Badanti e colf non sono personale sanitario ma lavoratori domestici. Il governo ha discusso la possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale per i lavoratori domestici ma non lo ha mai varato.

Il Green pass ce l’ha solo chi è vaccinato?

Il Green pass è il documento che attesta la guarigione da Covid-19, l’avvenuta vaccinazione o il risultato negativo di un tampone.

Chi paga il tampone se il lavoratore non è vaccinato?

La famiglia non è obbligata a pagare il tampone per il lavoratore non vaccinato. Il lavoratore ha diritto al tampone gratuito (pagato dallo Stato) se è considerato lavoratore fragile, altrimenti può acquistarlo nelle farmacie aderenti al prezzo calmierato di 15 euro; il lavoratore minorenne dai 16 ai 17 anni (come il garzone del negozio o l’apprendista elettricista) lo paga 8 euro.

Come si fa a controllare il Green Pass?

L’unico strumento valido è l’app ufficiale del governo italiano VerificaC19, scaricabile gratuitamente da App Store e Google Play su tablet e telefoni compatibili. Si avvia l’applicazione e si inquadra il codice Qr sulla stampa o sul telefono del lavoratore, quindi l’app verifica la validità del documento e la comunica in modo chiaro sullo schermo.

Quando va controllato?

Il Green pass va controllato ogni giorno sulla porta di casa, prima che il lavoratore entri. Questo passaggio potrebbe essere semplificato se il lavoratore scegliesse (non è obbligato) di comunicare alla famiglia (che non può obbligarlo) la data di scadenza della propria certificazione.

Cosa fare se il lavoratore non ce l’ha?

Se il lavoratore non presenta il Green pass la famiglia deve sospenderlo dall’attività fino alla presentazione di un’idonea certificazione verde Covid-19. Il lavoratore è sospeso dal primo giorno e non percepisce lo stipendio per tutta la durata del periodo e la famiglia non è obbligata a versare i contributi per tutta la durata del periodo di sospensione.

Si può chiedere il Green Pass prima di assumere il lavoratore? Si può rifiutare l’assunzione di un lavoratore senza Green Pass?

Le unioni sindacali hanno ritenuto «legittimo che una famiglia che assume un lavoratore domestico chieda prima l’impegno a mantenere il Green pass durante il periodo in cui lavorerà presso la famiglia».

Cosa fare se il lavoratore è vaccinato all’estero ma non ha il Green pass?

Molti badanti e colf, in particolare, si sono vaccinati nei loro Paesi di origine; spesso con vaccini non riconosciuti in Europa. Il vaccino non riconosciuto in Europa non dà diritto al Green pass e la famiglia deve considerare il lavoratore come non vaccinato.

badanti green passSi può sostituire o licenziare il lavoratore sospeso?

Il decreto stabilisce che il lavoratore sospeso ha diritto alla conservazione del posto di lavoro, la famiglia può quindi sostituirlo ma non può licenziarlo. Il datore di lavoro potrebbe tuttavia ritenere fondamentale poter contare sull’immunizzazione del lavoratore assunto con contratto di lavoro domestico (in particolare proprio badanti e colf), che prevede comunque la possibilità di licenziare senza giusta causa con un preavviso che varia in base all’anzianità di servizio.

Cosa succede quando il lavoratore sospeso o licenziato torna con il Green pass?

Per il lavoratore sospeso si applica la legge per le imprese con meno di 15 dipendenti: il lavoratore ha a disposizione cinque giorni per presentare il certificato e rientrare al lavoro, dal sesto giorno in poi la famiglia – se nel frattempo ha assunto una persona per sostituirlo – può posticipare il suo rientro fino a 10 giorni. La famiglia non ha alcun obbligo di riassumere il lavoratore assunto con contratto di lavoro domestico ed eventualmente licenziato.

Cosa fare se il lavoratore è in nero o senza permesso di soggiorno?

L’assenza di uno status giuridico regolare non esenta dal controllo, la famiglia deve quindi verificare il possesso del Green pass con ciò che ne consegue (e auspicabilmente regolarizzare il lavoratore e il rapporto di lavoro). I cittadini extracomunitari che non hanno ancora un permesso di soggiorno ma sono in fase de emersione hanno la possibilità di prenotare il vaccino utilizzando il codice fiscale provvisorio, e di conseguenza ottenere il Green pass.

Quali sono le sanzioni?

La famiglia che non controlla il lavoratore può ricevere una sanzione da 400 a mille euro, il lavoratore che entra in casa senza Green pass una da 600 a mille e 500 euro.

Come saranno controllate le famiglie?

Il governo non ha specificato le modalità, ma sembra logico presumere che i controlli saranno fatti a campione.

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