Contributo fondi badante Lecco Como Monza Brianza

Contributo per il pagamento della badante: Como, Lecco, Brianza, Monza

Purtroppo la situazione in Italia vede un alto tasso di persone che rinunciano a curarsi a causa dei costi eccessivi a cui dovrebbero andare incontro; tuttavia la salute è qualcosa di primario, e che non può essere messo in discussione da un fattore economico. Ecco perché per opporsi a questa mentalità scorretta esistono dei contributi appositi, a cui possono accedere le fasce più deboli della società. Più deboli in senso economico, perché poi, dietro queste persone, vi sono elementi di forza inaudita, ed esempi che dovrebbero tutti seguire.

Esistono fondi nazionali e regionali che contribuiscono al pagamento dello stipendio.

I fondi per la badante

Il contributo, erogato dai servizi sociali del Comune di residenza in base all’indicatore della situazione socio economica, può arrivare anche a 800 euro mensili in caso di badante convivente. Un’opportunità che tante famiglie, magari messe in evidente difficoltà proprio dalla necessità di pagare una badante per accudire un parente anziano o una persona comunque in precarie condizioni di salute, non conoscono.

Il Servizio Badanti & Colf della Cisl Monza Brianza Lecco, un servizio del Caf Cisl operativo nelle sedi di Monza, Carate, Cesano Maderno e Vimercate, segnala appunto questa possibilità troppo spesso ignorata.

Intanto, sono sempre di più le persone che si rivolgono allo sportello monzese di via Dante, per avere informazioni dettagliate sulla retribuzione di una badante o sulla costituzione di un rapporto di lavoro. Il servizio di consulenza è gratuito per gli iscritti alla Cisl. Questo apposito sportello è operativo da una ventina d’anni.

“Ultimamente – sottolinea la referente Rosanna Bonfanti, che gestisce il servizio con l’operatrice Federica Farina – stanno aumentando i datori di lavoro che comprendono l’importanza della regolarizzazione”, (a tal proposito segnaliamo questo articolo in cui approfondiamo il tema dei contratti per badanti).

“Si informano qui e vengono anche a conoscenza delle agevolazioni previste. Noi ascoltiamo le esigenze del datore di lavoro e lo aiutiamo a orientarci tra le varie possibilità: c’è, per esempio, chi ha bisogno di una presenza durante il fine settimana e chi solo nelle ore notturne (badante ad ore). Ma è necessario comprendere come questo sia un lavoro con delle regole che, ovviamente, vanno comunque rispettate. Non si risparmia impostando il rapporto di lavoro sul buonismo. Anzi, così facendo, il datore di lavoro rischia di ritrovarsi in una situazione complicata. E, nello stesso tempo, viola i diritti del lavoratore. Tra i nostri compiti c’è anche quello di prevenire eventuali controversie tra le parti».

L’ufficio di via Dante ogni anno segue circa 1.200 pratiche. Le badanti, in ogni caso, sono sempre richieste: questo servizio della Cisl nel 2019 ha seguito 400 nuove assunzioni. La maggior parte ha riguardato donne straniere. “Fino a tre anni fa – precisa Rosanna Bonfanti – era difficile che un’italiana scegliesse questo tipo di professione. Adesso può succedere che una donna italiana con un’età superiore ai 50 anni, dopo aver perso il lavoro, si riproponga come badante. Ma sono casi finora abbastanza limitati: secondo noi le italiane che svolgono questa attività sono circa il 5%”

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