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Caregiver non significa badante

AES DOMICILIO da tempo si batte per fare chiarezza soprattutto sull’impiego di nomi simili che vanno a sovrapporsi generando una non piccola confusione; uno di questi casi è quello che riguarda la parola «caregiver». Il nostro impegno non riguarda, infatti, soltanto quello dell’uso corretto della lingua italiana, bensì l’approccio che una parola può generare soprattutto nel luogo di lavoro.

In italiano, infatti, i due termini identificano due figure e due ruoli completamente distinti. Con “badante” (indipendentemente dal fatto che si tratti di una badante ad ore, badante convivente o badante di condominio) si intende un assistente generalmente professonale alla persona, mentre il caregiver sta ad indicare generalmente il familiare (o un vicinissimo) che si prende cura della persona assistita.

Questo per iniziare, perché poi la galassia dei caregiver è talmente articolata che si sono già utilizzate le categorie di “caregiver familiare”, “caregiver esclusivo”, “caregiver multiplo”, “caregiver genitoriale”, “caregiver filiale” e così via, a seconda delle relazioni sottostanti il rapporto di caregiving.

badante aiuta

Il guaio è che la questione lessicale – importante perché ne va della comprensione del proprio ruolo pubblicamente – si accompagna a una confusione anche nel significato delle figure stesse. Non è raro, ad esempio, che in testi ufficiali e in documenti si incontrino equiparazioni tra caregiving e badantato. Chiunque viva all’interno di una situazione concreta di assistenza familiare ha invece perfettamente presente quale differenza di fondo esista tra queste due realtà complementari, ma diversissime.

Detto questo, nemmeno noi abbiamo ancora trovato una traduzione soddisfacente, in quanto quelle più vicine hanno pure esse un significato specifico diverso (assistente, curatore, curante, adiuvante ecc.) e risulta dunque necessario ricorrere a un’intera frase esplicativa, come si è fatto anche in testi di legge: «La persona che volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prende cura di una persona non autosufficiente o comunque in condizioni di necessario ausilio di lunga durata, non in grado di prendersi cura di sé». Che potrebbe essere accettata in sede di definizione, ma è impraticabile come uso corrente e quotidiano.

Dal momento dunque che la parola caregiver è stata ormai sdoganata e viene utilizzata normalmente, tutto sommato ci sembra essere a tutt’oggi la soluzione migliore.

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