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BADANTE italiana: profilo sociale di una professione in Italia

La realtà dei fatti è che – sebbene in aumento – di italiani/e che svolgano la professione di badante ve ne sono ancora pochi. Le badanti italiane sono ancora poche, ma perché?

Le badanti italiane, la professione e la distanza dalla propria famiglia

Questo poiché, principalmente, la cultura sinora adottata aveva visto le famiglie vivere sotto lo stesso tetto, o possibilmente, nello stesso rione, o al massimo nella stessa città.

Gli standard di vita sono sempre più diventati serrati e hanno impedito il solito “ritorno al proprio paese” dopo il periodo degli studi universitari: il lavoro è sempre altrove. Ciò ha causato la de-stabilizzazione delle famiglie nella stessa città, smembrando, di fatto, quell’armonia a cui si era abituati. Ciò ha avuto come conseguenza il fatto che: se i figli si realizzano professionalmente in un’altra città, il più delle volte, nella stessa città stabiliscono famiglia; i propri genitori, con l’avanzare dell’età, di certo non avranno più la possibilità di spostarsi facilmente per andare a trovare i propri figli, restando per lunghi periodi dell’anno da soli.

La professione di badante e l’emancipazione della figura femminile

Oltre alla de-stabilizzazione, un altro fattore che ha contribuito ad abbandonare il modello della famiglia che vive tutta sotto un tetto, è stato il progressivo emanciparsi della donna, acquisendo sempre più coscienza delle proprie possibilità, come allo stesso tempo l’intero tessuto sociale ha aperto alle donne maggiore spazio e riuscita.

Badare è sempre stato un mestiere stereotipato nella figura femminile – anche se oggi sono sempre più in aumento badanti maschi –, la cura della casa dentro cui vivevano i propri genitori, col tempo, si trasformava anche nella cura dei genitori. Dunque il fatto che il lavoro si sia spostato sempre più altrove dal proprio luogo di origine, e l’emancipazione progressiva della donna, hanno generato il favorire della professione, ormai dilagante, della badante.

Badanti italiane e progresso della tecnologia

Il terzo fattore, in ultimo, da analizzare è il progresso della tecnologia: è innegabile: la tecnologia invecchia. Ma perché? Dieci anni fa era impensabile fare la spesa stando seduti sulla propria scrivania innanzi ad un computer, oggi ciò è possibile; dieci anni fa era impensabile acquistare del vino casereccio comodamente dal proprio cellulare , oggi ciò è possibile; dieci anni fa era impensabile poter vedere in anteprima il film che stanno proiettando al cinema comodamente sdraiato sul proprio letto di casa, oggi ciò è possibile.

La tecnologia ha facilitato la vita, ma allo stesso tempo l’ha indebolita: andare a fare la spesa significava alzarsi, vestirsi, dover camminare, dover fare delle scale, incontrare gente; comprare del vino casereccio significava mettersi in auto ed arrivare nel paesino vicino, incontrare il contadino e persino aiutarlo a travasare il vino nelle bottiglie; vedere un film al cinema significava alzarsi, magari uscire un’ora prima per cenare fuori con la propria moglie e concludere la serata innanzi allo schermo.

Tutte azioni che rendevano più vivi, ma soprattutto più allenati: il sessantenne del 2018, oggi, è il settantenne del 2008; il sessantenne del 2028, domani, sarà l’ottantenne del 2008.